In occasione del consiglio UE Ambiente del 16 marzo, Federazione Carta Grafica sottolinea i limiti della proposta di revisione della direttiva imballaggi che spinge sul loro riuso, a prescindere da impatti ambientali certi, dalle diverse tipologie di imballaggio e dalla loro funzione d’uso. Un orientamento che può mettere a rischio la salute dei consumatori, l’ambiente e l’economia del secondo riciclatore europeo: l’Italia.

Alla vigilia del consiglio UE Ambiente del 16 marzo, Federazione Carta Grafica ha ribadito i limiti della revisione della direttiva imballaggi discussi in sede europea. Al centro della discussione l’orientamento dell’esecutivo UE di imporre il riutilizzo degli imballaggi senza dimostrarne gli impatti ambientali e prescindendo da quelli sociali e sanitari.

«La proposta di revisione UE sarà un Regolamento, immediatamente applicabile e che non tiene conto delle differenze tra i vari Paesi, anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio e questo rischia di mettere in crisi la nostra economia del riciclo, che genera occupazione e ricchezza» afferma Massimo Medugno DG di Federazione Carta Grafica.

«La filiera della carta è caratterizzata dalla rinnovabilità delle materie prime e dal conseguimento degli obiettivi di riciclo UE (85% di riciclo negli imballaggi, previsto però al 2030), garantendo così la migliore soluzione ambientale per gli imballaggi a base cellulosica – spiega Medugno, che evidenzia – la spinta indiscriminata della proposta di Regolamento verso il riutilizzo preoccupa fortemente le nostre aziende perché rischia di vanificare i risultati ambientali di un sistema industriale che ha investito negli impianti di riciclo e nella raccolta differenziata, recentemente anche grazie del PNRR

La Commissione propone di estendere il riutilizzo degli imballaggi e impone restrizioni ai prodotti monouso a prescindere dalla loro funzione d’uso e dalle motivazioni ambientali e sociali che ne determinano oggi l’ampia diffusione. Tale orientamento non è supportato da analisi LCA che dimostrino che tali azioni porterebbero ad un miglioramento ambientale.

«Non vengono inoltre considerate – aggiunge Medugno – la lotta allo spreco alimentare, la tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e l’integrità dei prodotti, oltre al maggiore uso di acqua e energia per i lavaggi e il trasporto a vuoto dei resi

Gli imballaggi a base cellulosica (materiale rinnovabile e biodegradabile) non dovrebbero avere obiettivi di riutilizzo ma obiettivi di riciclo sempre più ambiziosi, così come i prodotti monouso in carta non dovrebbero essere sottoposti a restrizioni, in quanto riciclabili ed effettivamente riciclati. Secondo gli ultimi studi dell’Università Tecnologica di Graz un imballaggio in carta può essere riciclato fino a 25 volte.

«L’impegno attivo del consumatore viene dalla sua preferenza per l’imballaggio in carta grazie alle caratteristiche di rinnovabilità, biodegradabilità e riciclabilità del materiale (Fonte: TwoSides); un tema quello dell’orientamento del consumatore che verrà celebrato domani (15 marzo) in occasione della giornata nazionale dei diritti del consumatore» conclude Medugno.