È venuto a mancare Aldo Faliani, che possiamo ben definire come l’ultimi dei Grandi nelle Arti della Stampa.

Aldo era anche un Amico. Nel senso che con tutti, colleghi, collaboratori, concorrenti se mai li ha considerati tali, aperto, onesto e, toscanamente, chiaro senza alcun pelo sulla lingua. Che però usava solo per dire cose sensate. Anche quando non era d’accordo.

Tra le discussioni accese con lui, dominava quella sull’essiccazione UV degli inchiostri, dei quali – di scuola Sun Chemical – era un grande conoscitore

Veniva ai seminari che organizzavamo a Graphicus e se si parlava di stampa UV, e questa entrava sempre perché era nel pieno della sua diffusione nelle stampa offset. Ma Aldo aveva le sue ragioni per frenare l’entusiasmo di una tecnologia, buona, a posto, ma ancora con qualche punto scuro, come del resto è ancora oggi nel settore degli imballaggi primari per alimenti.

Aldo non si limitava a frenare gli entusiasmi con argomentazioni tecniche, ma anche portando esempi concreti. Nel tempo ha poi riconosciuto che l’essiccazione UV stava migliorando e le riconosceva i vantaggi.

La sua seconda specialità era la carta – scuola Sappi –, ma non possiamo limitare le sue conoscenze tecniche e anche scientifiche agli inchiostri e alla carta. Del resto come essere esperti in un campo se non ne conosci tutti gli aspetti nel complesso mondo della stampa?

Non nascondeva il fatto di aver dovuto lasciare gli studi dopo il liceo scientifico: frequentava la facoltà di ingegneria quando gli venne a mancare il padre e dovette subito trovare lavoro. La laurea in ingegneria non gli sarebbe comunque servita, anzi ha insegnato lui a tanti ingegneri.

Perché Aldo quando affrontava una cosa nuova la doveva approfondire in tutti i suoi aspetti, fino a comprenderla a fondo. Così in tutto: un giorno, durante un viaggio in auto, mi fece ascoltare una difficile composizione di Čajkovskij, un quartetto se non ricordo male. Čajkovskij è un autore orecchiabile e quindi facilmente ascoltabile anche da un non esperto, eppure quel quartetto non mi entrava. Mi disse infatti che era la composizione piú complessa e discussa, ma lui decise di ascoltarla piú volte fino a comprenderla. Perché, mi diceva, se l’ha composta così una ragione ci deve essere e io devo capirne tutti i passaggi per poi apprezzare questa musica ‘difficile’.

Questo era il suo modo di pensare e di agire in tutto ciò che affrontava. Per questo era un grande esperto  apprezzato da tutti. Inimitabile e irraggiungibile.

Importante anche il suo contributo nella formazione e nella diffusione della cultura della carta. Come ci ricorda Angelo Moncini è stato uno dei primi sostenitori della creazione, a fini benefici, di una cartiera di carta a mano in Perù: la Papelera Artesanal Don Bosco. È anche grazie a lui se l’azienda è nata, cresciuta e tuttora è fiorente. Grazie Aldo, anche da parte di tutti i ragazzi peruviani. Riposa in pace.

Che la terra ti sia lieve, caro Aldo.