Una recente discussione su LinkedIN ha messo in evidenza un aspetto molto interessante sull’uso sconsiderato della plastica dove si potrebbe evitare.

Quando alcuni esperti che operano nel settore della stampa e del packaging discutono tra loro, si evidenziano alcuni aspetti molto interessanti da cui dobbiamo trarre profitto per meglio comprendere cosa è corretto e cosa sarebbe evitabile.

La ‘polemica’, se così vogliamo chiamarla anche se in realtà non lo è, nasce da una giusta osservazione: “4 sacchetti porta scarpe, in plastica, di cui uno solo creato con materiale riciclato dal riutilizzo delle bottiglie di plastica. Questo è “il bottino” raccolto in soli 3 giorni con la partecipazione a 2 eventi.”

Così ha inizio la discussione. In effetti, come ha fatto notare chi ha scritto questo commento dando il via alla discussione, in molti eventi sportivi organizzatori, sponsor ed espositori scelgono come gadget questi sacchetti che poi, una volta usati e non piú utilizzabili, finiscono nelle discariche (si spera nel riciclo della plastica). A che pro? Sono necessari? Si può fare altrimenti?

Prosegue il nostro interlocutore: “Pur cosciente che si tratta di un oggetto utile, multifunzione, riutilizzabile più volte, molto apprezzato da chi lo utilizza come mezzo di promozione per il costo contenuto e per l’ampia possibilità di personalizzazione (dal modello, al colore di sacca e corde, alla stampa su un lato o su entrambi), mi chiedo se una borsa in carta non avrebbe potuto assolvere alla stessa funzione…

La plastica fa bene al packaging

Ecco il punto fondamentale sui cui ragionare. Nulla contro la plastica, ma questa dovrebbe essere utilizzata dove realmente serve, se non quasi indispensabile: nel packaging flessibile, dove realmente è in grado di proteggere e preservare gli alimenti. In altre applicazioni nelle quali non svolge questo ruolo fondamentale, potrebbe essere evitata.
Nella discussione infatti, si fa notare che “un sacchetto in carta, meglio se riciclata, offre lo stesso spazio per la personalizzazione (se si considerano anche i fianchi lo spazio addirittura aumenta), riesce a sostenere un peso contenuto senza rompersi, può essere riutilizzata più volte nella quotidianità e, esaurito il suo compito, può essere smaltita e riciclata in modo decisamente più sostenibile.

In molti casi resiste anche alla pioggia, basta avere l’accortezza di renderla impermeabile o sufficientemente resistente.

Cosa ne pensano i nostri lettori?

Davvero non esiste alternativa all’utilizzo massiccio di plastica nel marketing?

Un altro intervento da parte di chi opera nel mondo dei gadget, fa notare che per molte aziende, anche solo pochi centesimi in più scoraggiano la scelta di gadget ‘ecologici’. E questo non è certo un bene, anche perché gadget di carta (o legno) anziché di plastica, sono ben più graditi ed eleganti.

Ci piace qui riportare il parere di un noto esperto nel mondo della stampa. Christian Baldovini (Poligrafici del Borgo) racconta, infatti, che in occasione di un evento in azienda hanno regalato a ogni partecipante la propria borsa personalizzata contenente un libro stampato nella propria azienda.
Per quanto mi riguarda – afferma Baldovini – la risposta alla prima domanda è affermativa: una borsa di carta avrebbe certamente potuto assolvere alla stessa funzione. Il problema è che, probabilmente, siamo noi a non essere in grado di promuovere nella maniera corretta la bontà del nostro prodotto.

Ecco il problema: “promuovere nella maniera corretta la bontà del nostro prodotto”, in quanto persiste l’errata convinzione che la carta sia responsabile dell’abbattimento delle foreste. Questo nonostante sappiamo – ma forse solo ‘gli addetti ai lavori’ – che la carta è FSC (quindi nella quasi totalità proveniente da foreste certificate, gestite in maniera sostenibile) e che quindi l’attività delle cartiere non riduce ma fa crescere la presenza di alberi nelle foreste.
La principale causa della deforestazione a livello globale – come sottolinea Christian Baldovini – è l’espansione agricola. Per la produzione di carne bovina, olio di palma, soia, cacao, gomma, caffè e legno vengono infatti convertiti ogni anno cinque milioni di ettari di foreste tropicali. Sono tutti dati confermati e facilmente consultabili.
Diffondere il valore delle scelte sostenibili e valorizzare la percezione dei prodotti eco-friendly non solo è possibile, è un dovere che abbiamo verso il nostro pianeta – conclude Baldovini – per lasciarlo meglio di come lo abbiamo trovato.”

Assocarta, Aticelca e la associazione Two Sides Italia sono molto attive nel promuovere la conoscenza corretta della sostenibilità della carta e delle sue potenzialità anche nel packaging (v il nostro Seminario su Packaging del Futuro.

Inoltre a questo proposito Two Sides Italia promuove la corretta conoscenza della sostenibilità della carta anche presso le scuole, come il recente concorso (marzo 2024) “Sostenibilità della comunicazione su carta” proprio per sfatare i luoghi comuni che riguardano la carta.