L’anaglifo è un’immagine stereoscopica o stereogramma che, se osservata mediante appositi occhiali dotati di due filtri di colore complementari l’uno rispetto all’altro, fornisce un’illusione di tridimensionalità. Il suo effetto sulla stampa.

L’anaglifo è tornato recentemente in voga grazie al suo utilizzo per la presentazione di immagini stereoscopiche in Internet, in DVD, Blu-ray, CD e, di conseguenza, nella stampa. Lo standard corrente dei colori per le lenti dell’anaglifo sono il rosso, per il canale sinistro, e il ciano, per il destro. Il materiale utilizzato per i filtri è una gelatina monocromatica, rossa e blu. L’utilizzo del filtro ciano permette la visione di immagini colorate, con una buona resa anche delle tonalità della pelle.

Anaglifo ottenuto da un'immagine in bianco e nero

Anaglifo ottenuto da un’immagine in bianco e nero; nell’immagine in alto, anaglifo a colori

La visione binoculare (anche detta visione stereoscopica), è la caratteristica fondamentale del sistema visivo a due occhi, propria dell’uomo. La visione binoculare rappresenta la sola parte delineata dall’area del campo visivo da entrambi gli occhi contemporaneamente: ovvero, quando la parte del singolo campo visivo monoculare dell’occhio destro, si sovrappone alla stessa parte visibile dal singolo campo visivo monoculare dell’occhio sinistro. L’immagine risultante è quindi ottenuta dalla somma dei due occhi contemporaneamente.

Visione binoculare

Il cervello e la visione binoculare

Il presupposto indispensabile per l’organizzazione della visione binoculare è che entrambi gli occhi osservino una stessa area dello spazio, puntando entrambi lo stesso punto, e quindi, senza deviazioni degli assi visivi.

La visione della natura nella sua tridimensionalità è ottenuta attraverso due immagini parallele riprese da punti di vista scostati orizzontalmente di pochi centimetri l’una dall’altra (tra i 5,5 e i 7,5 – fino a 10 – nell’occhio umano). Per poter ottenere un’immagine stereoscopica che fornisca l’illusione di tridimensionalità è necessario riprendere un soggetto con due fotocamere, cineprese o videocamere parallele che restituiscano una doppia immagine del medesimo soggetto alla medesima distanza degli occhi umani.

Il principio ottico

Il principio che sta alla base dell’anaglifo è la riproduzione delle due immagini parallele una sull’altra sul medesimo supporto, utilizzando due colori complementari: il rosso e il ciano. Le due immagini sono destinate separatamente ai due occhi, attraverso un filtraggio cromatico: le due immagini vengono filtrate attraverso due gelatine sempre di colore complementare (rosso/ciano). Può trattarsi di stampa fotografica o pellicola positiva.
Per poter osservare le due immagini separatamente, si utilizzano appositi occhiali filtrati con i medesimi colori della stampa: l’occhio che vede attraverso il filtro rosso vedrà le parti rosse dell’immagine come “chiare/bianche” e le componenti ciano (blu e verdi) come “scure/nere”. Allo stesso modo l’occhio che vede attraverso il filtro ciano scarterà le componenti rosse, vedendo solamente quelle ciano (verde+blu). Le parti bianche, nere o grigie, verranno percepite sia dall’occhio destro sia dal sinistro.
Il cervello unisce le due immagini e interpreta le differenze visive come il risultato della differente distanza tra i soggetti in primo piano, in secondo piano e sullo sfondo e permette a ciascun occhio di vedere l’immagine che gli compete.

In breve

Nel metodo classico per creare un’immagine anaglifica, utilizzando dei filtri fotografici in fase di stampa fotografica o di proiezione, due immagini parallele riprese alla distanza interpupillare, vengono proiettate contemporaneamente o stampate sovrapposte, una filtrata attraverso un filtro rosso, l’altra filtrata attraverso un filtro complementare, quale può essere blu, verde o ciano.

L’esempio riesce anche stampando le due foto su due fogli di acetato, che è trasparente, (la prima ripresa in rosso e la seconda in ciano) e sovrapponendo i due fogli avendo cura di appoggiarli su un carta bianca.

Composizione anaglifica in rosso e ciano

Composizione anaglifica in rosso e ciano

Per visualizzare un anaglifo è necessario indossare un paio di occhialini con un paio di filtri dello stesso colore di quelli utilizzati nel processo di creazione dell’immagine anaglifica. La lente rossa, posizionata in corrispondenza dell’occhio sinistro, permette di vedere la parte dell’immagine con filtraggio ad essa complementare, mentre la lente ciano (oppure blu o verde), permette di vedere la parte con filtraggio rosso.

Vantaggi: l’anaglifo è il sistema più a basso costo per ricreare l’illusione della profondità nelle semplici immagini bidimensionali, sia cartacee che proiettate.
Svantaggi: il principale difetto dell’anaglifo consiste nella scarsa fedeltà cromatica offerta, soprattutto in presenza di colori saturi. I migliori risultati sono infatti ottenibili con immagini in bianco e nero.

Le applicazioni dell‘anaglifo

Fotografia: la prima applicazione dell’anaglifo è stata in fotografia

Cinema: il primo formato cinematografico tridimensionale è stato realizzato attraverso la doppia ripresa con due cineprese su due pellicole parallele, successivamente virate in rosso e verde e proiettate sullo stesso schermo sovrapposte. Successivamente, attraverso l’uso di pellicola a colori, i due canali destro e sinistro sono stati sovrimpressi sul medesimo negativo.

L’anaglifo è stato il primo sistema utilizzato per la proiezione di film tridimensionali. È stato utilizzato per la proiezione di The power of love, primo lungometraggio proiettato a un pubblico pagante nel 1922 stampato su doppia pellicola filtrata in rosso-verde. Durante gli anni trenta, dalla cosiddetta “età d’oro” del cinema 3-D, fino ai giorni nostri, l’anaglifo è stato utilizzato in prevalenza per produzioni a basso costo e per l’industria del cinema pornografico. Tutti ricorderanno i più recenti: A Christmas Carol, film d’animazione del 2009 scritto e diretto da Robert Zemeckis e Avatar, saga cinematografica statunitense di genere fantascientifico creata da James Cameron. L’anaglifo è anche uno dei sistemi adoperati per la visione domestica di film 3-D.

Fumetti: a partire dagli anni cinquanta l’anaglifo ha trovato una grossa diffusione nei fumetti stereoscopici.

Nel 1953, anche il settimanale Topolino, seguendo la moda del momento, propose ai suoi lettori l’artificio della tridimensionalità grazie a questa tecnica, allegando dei classici occhialini 3D in cartone con lenti magenta e ciano, per poter osservare, come riportato sulla copertina, “sensazionali fotografie a 3 dimensioni”.
La tecnica dell’anaglifo è tornata di recente in auge sempre su Topolino che sul n. 3522, uscito in edicola il 24 maggio 2023, un numero speciale caratterizzato da elementi tridimensionali in copertina, ha pubblicato la prima storia quasi interamente tridimensionale per questa rivista, la quale per l’occasione ha anche regalato in omaggio ai lettori gli occhialini 3D.

Studio scientifico: immagini dimostrative per la scienza, l’architettura e il design, dove è utile la percezione della profondità, compresa la rappresentazione di progetti in scala e immagini microscopiche stereoscopiche.
– Immagini provenienti da rover marziani o realizzate attraverso due veicoli orbitali per ottenere immagini 3-D del Sole, nell’ambito della missione Stereo della NASA.
– Illustrazioni geologiche per lo United States Geological Survey.
– Immagini stereoscopiche del cuore.

Informatica: in informatica, senza l’uso di un sistema 3D dedicato, l’anaglifo è il sistema stereoscopico più diffuso per la rappresentazione di oggetti in rilievo. Ciò trova applicazione in immagini statiche, film, videogiochi.

Filatelia: l’emissione di francobolli delle Poste italiane del 29 dicembre 1956 dedicata all’ammissione dell’Italia all’ONU sfruttava l’anaglifo per dare una visione tridimensionale del globo.

Scienza e matematica: La rappresentazione anaglifo viene utilizzata per la rappresentazione di svariati set di dati e per illustrare alcune funzioni matematiche.
Le immagini anaglifiche sono utili per rappresentare sia presentazioni cartacee che immagini statiche a video.
Le strutture chimiche, in particolare grandi sistemi, possono essere difficili da rappresentare in due dimensioni senza omettere alcune informazioni. Perciò molto software utilizzato da chimici può fornire in output immagini anaglifiche e molti libri di testo di chimica contengono immagini di questo tipo.

Arte: alcuni artisti, tra cui Luigi Mapelli, in arte MAPO, conosciuto alla mostra d’arte allestita il mese scorso al castello di Belgioioso (PV), si servono dell’anaglifo per rappresentazioni surreali. I suoi quadri nascono da un misto di tecniche che uniscono la pittura alla fotografia, reinterpretando la realtà che diventa metafisica.

Mapo: Simbiosi

MAPO (Luigi Mapelli): Simbiosi

La funzione di due variabili con la relativa funzione matematica

La funzione di due variabili con la relativa funzione matematica: z(x,y)=x2+y3 con il valore della funzione rappresentato in alto