In un recente incontro presso l’Acquario di Genova, si è parlato di sostenibilità nel mondo della stampa, ed è emerso che le aziende italiane realmente certificate a 360° si contano poco piú che sulle dita di una mano. In questa intervista vediamo di scoprire perché e cosa si deve intendere per sostenibilità reale che non sia il solito green-washing.

Da anni Giacomo Chiarella si batte da anni perché le aziende di stampa siano ecologiche. Lo fa perché crede nella necessità di un’industria realmente ‘verde’ e perché pensa non all’oggi, ma al domani.

Quando lo incontriamo nella sua tipografia, una sede storica a Genova, gli chiediamo a bruciapelo perché è tanto interessato che anche i suoi colleghi/concorrenti siano certificati. In fondo, egoisticamente, la sua tipografia – Tipografia Ecologica KC – trae vantaggi dalla certificazione, perché ottiene importanti commesse da Università, Regioni, ASL e banche. Oltre che dalle industrie che hanno un occhio di riguardo per l’ambiente.

«Non mi preoccupa il fatto che miei colleghi stampatori possano godere dei miei stessi vantaggi, ma mi preoccupa di piú la salvaguardia dell’ambiente.»

Certificazione reale e indipendente

Produrre stampati certificati ECO-Print – l’unica certificazione indipendente e riconosciuta a livello europeo – può avere un costo e quindi gli stampati certificati possono risultare meno competitivi, chiediamo.

«La certificazione in sé non comporta costi particolari, ma occorre il coraggio di farsi certificare e non autocertificarsi E questo non è semplice, perché bisogna dimostrare che tutto in azienda, dalla carta agli inchiostri, dalle macchine da stampa alle consegne, rispettino le stringenti regole del certificatore. I costi si hanno piuttosto per mettersi in regola

Nel corso dell’incontro all’Acquario, destinato a un pubblico vario, (l’evento dell’Acquario di Genova può essere seguito qui ) si era abbinata la sostenibilità della stampa a quella alimentare.
Per la stampa è stata sottolineata l’importanza anche della corretta comunicazione: ne hanno parlato Marta Rosatelli direttore della Scuola Grafica Fassicomo e Antonella Leto, docente allo stesso Istituto Pavoniano, con “Sostenibilità e Comunicazione”.

Della sostenibilità alimentare ha parlato un produttore di cacao biologico, Marco Galli (Icam Spa, Cocoa procurement), mentre Diego Florian, direttore di FSC Italia, con “Il giusto cacao nella giusta carta” ha fatto riferimento alla Super Cacao, carta prodotta da Favini con gli scarti della lavorazione industriale del cacao, combinati con con fibre riciclate post-consumo e fibre di cellulosa FSC.

La stampa a basso impatto ambientale

Molte aziende di stampa di autodefiniscono certificate perché utilizzano carta FSC. Ma questo non basta come ci spiega Chiarella.
Vediamo allora in cosa consiste la certificazione.
Lo Standard Eco-print© propone linee guida per le aziende grafiche che vogliono andare verso una diminuzione degli impatti della propria attività di stampa sull’ambiente, fornendo regole chiare e verificabili.
I prerequisiti per poter accedere alla certificazione consistono nella verifica che il ciclo produttivo rispetti le leggi sull’ambiente in vigore, per poi andare a misurare, monitorare e migliorare l’impatto di ogni processo. Eco-print controlla l’intero ciclo produttivo della stampa, dai prerequisiti di base, alla stampa vera e propria, per finire con un controllo su finiture, confezione e trasporto della merce.

Affinché uno stampato sia certificato Eco-print deve far rispettare alcune regole: essere necessariamente stampato da una tipografia certificata Eco-print©, su carte certificate, senza l’utilizzo di sostanze classificate secondo il REACH e il CLP come nocive per l’ambiente e per la salute umana. Tutte le verifiche necessarie sono riferite ai dati e alle informazioni riportate sulla scheda di sicurezza dei prodotti impiegati e quindi facilmente verificabili. E questo vale anche per gli inchiostri, per cui al momento la stampa UV non può essere certificata, e alcuni liniti ci sono ancora nella stampa digitale. Tuttavia, in entrambi i casi si è sulla buona strada.

Conviene?

Nel corso dell’incontro di Genova, Giacomo Chiarella ha voluto illustrare i vantaggi di chi sceglie il cambiamento. Trattandosi, appunto, di cambiamento, mette subito le mani avanti: «Essere perfettamente in regola con una stampa sostenibile richiede volontà e investimenti» quindi è chiaro che una tipografia che sa di non avere eredi per andare avanti ancora alcuni decenni, forse non ha interesse a farlo. Le aziende che invece devono assolutamente mettersi in regola sono quelle interessate a commesse importanti e che puntano al futuro.

A complemento della vocazione all’ambiente Giacomo Chiarella è coinvolto anche nel sociale, coinvolgendo le case di reclusione dove tiene corsi di stampa digitale e legatoria, per preparare i carcerati a un mestiere.

Giacomo Chiarella

Giacomo Chiarella illustra l’importanza della stampa sostenibile

Elenco aziende tipografiche italiane certificate
LEADERFORM 
SO.SEL BC
EGLUE
PUBLISTAMPA
TIPOGRAFIA ECOLOGICA KC
GIEFFE MULTIMEDIA TIPOGRAFIA MASERATI 
LABANTI E NANNI
GRAFICHE DELPIAZ
ECOPRINTWEB
SELECTA INDUSTRIAL OPERATIONS
ROBERTA BOLSI

Mentre stiamo per pubblicare questa intervista, riceviamo il sesto report di valutazione sul clima – IPCC AR6 – pubblicato in questi giorni in cui è contenuta la conoscenza globale sul clima e le indicazioni inequivocabili di azione per la politica e il mondo economico. Questo conferma l’importanza della missione che si è data Giacomo Chiarella, ma che poche aziende di stampa seguono veramente.
IPCC AR6 Synthesis Report è diviso in 3 sezioni: la situazione climatica attuale e i trend di sviluppo, i rischi futuri e le risposte a lungo termine, le risposte a breve termine.
È un rapporto realistico e quindi molto cupo, ma che offre ancora speranza, per quanto sempre più ridotta. Esistono infatti diverse opzioni fattibili ed efficaci per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo, però “a patto di agire con la massima urgenza”.
Questo mentre la politica e l’industria continuano a trattare il ‘green’ a parole e a forza di ‘greenwashing’ con poche azioni concrete e realistiche, le quali richiederebbero, come si dice nell’intervista “coraggio” da parte degli imprenditori.
Il messaggio contenuto nel IPCC AR6, rivolto dalla scienza alla politica, è: agire ora, senza ritardi. Non c’è concetto maggiormente ribadito nel documento.
“Ora i decisori politici hanno un faro fondamentale, dato dal corpus completo della migliore scienza internazionale. Chi deciderà di ignorare le indicazioni del report in questo decennio fondamentale sarà esaminato e ricordato dalla storia per aver condannato i popoli a un destino misero e periglioso.”
Per saperne di piú sui messaggi cruciali del report rimandiamo alla rivista specializzata Materia Rinnovabile – Renewable Matter