Come orientarsi nel labirinto digitale? La digital revolution che con la sua rapidità ha reso più veloce anche l’accesso alle informazioni. Basta un click ma spesso il problema più grosso è cosa fare delle informazioni.

Difficile comprendere appieno la portata della rivoluzione digitale. Il perché è semplice: ci siamo dentro.
Trovarsi all’interno di un territorio così complesso come il nostro e volerne ricavare una mappa non è affatto facile come sembra. Lo sapevano bene gli esploratori e i cartografi che, prima degli aerei o dei satelliti, navigavano per così dire a vista. Poche porzioni di spazio da cui dovevano ricavare una visone d’insieme spesso poco accurata e foriera di errori.

L’avventuriero digitale

games

Nel paesaggio attuale nel quale ognuno di noi è immerso ci ha pensato Alessandro Baricco a fornire nel suo saggio cartografico The game una mappa utile per l’avventuriero digitale così come per il semplice curioso che intende capirci qualcosa di quel cambiamento di portata epocale che è stata ed è la rivoluzione digitale.
Incontriamo così picchi che svettano più in alto di altri, innovazioni che non solo hanno modificato la nostra percezione del reale, ma che hanno dato una scossa fondamentale a tutto il nostro sistema sociale.
I marketplace come Amazon o Ebay hanno rivoluzionato il sistema degli acquisti rendendo accessibili da un’unica piattaforma tutta una serie di prodotti e servizi che un tempo occorrevano giorni e tante, tante ricerche per poterli scovare. Spesso non ne abbiamo neppure bisogno, ma tant’è. Anche questo fa parte della digital revolution che con la sua rapidità ha reso più veloce anche l’accesso alle informazioni. Basta un click per avere a portata di mano l’immenso bagaglio culturale dell’enciclopedia Treccani. Il cosa farne è spesso il problema più grosso.

Ci siamo dentro alla rivoluzione digitale e abbiamo finito col dimenticare da dove tutto è cominciato e chi ne sono stati gli artefici. Non è un caso che il saggio citato di Baricco si intitoli per l’appunto The game: il gioco. Era gente a cui piaceva giocare e creare prodotti che del gioco e del divertimento ne mutuassero il design, le dinamiche narrative e gli strumenti.

La rivoluzione iPhone

Forse qualcuno ricorderà la presentazione fatta da Steve Jobs del primo modello di iPhone. Un giocattolo super tecnologico per un pubblico di consumatori ormai stanchi di dispositivi portatili tanto noiosi quanto ingombranti e poco seducenti. Da un giorno all’altro il telefono diventa un toy con le sue icone tanto accattivanti quanto i tasti di un joypad.
Non sorprende che oggi l’industria dei videogame, sia diventata per l’appunto, un’industria. Si parla di gamification, di ludicizzazione nel campo della formazione e in quello della comunicazione. Dai musei alle imprese il gioco è diventato roba seria. Tanto seria che l’ultimo rapporto dell’ESA (Entertainment Software Association statunitense) ha fotografato un settore in crescita del 18% rispetto al 2017 e con ricavi totali per oltre 43miliardi di dollari. In Italia, per quanto ci troviamo, per così dire, ai confini dell’Impero Galattico le cose stanno andando altrettanto bene visto che il settore ha generato un giro d’affari, che nel 2018 ha superato il miliardo di euro.

Il gioco online scaricabile in mobilità, spesso gratuito e con la possibilità di giocare in modalità multiplayer ha reso le piattaforme digitali spazi ludici di condivisione in cui l’esistenza si declina in modalità e percorsi nuovi e suggestivi. Perfino i tradizionali giochi di carte sono stati digitalizzati e hanno trovato nuova vita nel mondo fatto di bit e pixel. Ecco allora che piattaforme online come SportPesa hanno affiancato agli innovativi tornei di poker velox, knockout e altri giochi di carte per divertirsi nel solco della tradizione: come la scopa, la briscola o il tresette. Percorrendo così una strada capace di innovare le suggestioni cartacee di analogica memoria secondo modelli ludici coerenti con una comunicazione 2.0.

E mentre SportPesa ha trasferito in un mondo digitale assi e cuori, picche e fiori, l’azienda olandese Digiegames ha pensato bene di sviluppare un tavolo da gioco (digital) per una nuova versione del calcio balilla. Il Fossball è infatti un calcio balilla digitale per giocare tenendo ancora in mano le tradizionali stecche da far frullare; solo che al posto dei rigidi giocatori e delle palline che spesso sparivano nelle tasche dei più maliziosi, ci troviamo un display.

Che la rivoluzione digitale stia proprio qui, in un territorio dove le regole sono quelle del gioco, dei punti, delle missioni da portare a termine potrebbe sorprendere. Eppure le cose a quanto pare stanno davvero così.
Quindi se vi state ancora chiedendo che fine ha fatto la rivoluzione digitale varrebbe la pena dare un’occhiata, giusto per curiosità, a questo universo e ai suoi abitanti che a partire da Pong hanno costruito il mondo in cui, volenti o nolenti, ci troviamo a vivere.