Comunicazione e divulgazione. I rischi dei media e dei social, ma anche degli influencer. Se ne è parlato a Camogli al Festival della Comunicazione.

Al recente Festival della Comunicazione di Camogli, dedicato quest’anno alla “Civiltà” il tema è stato affrontato sotto diversi aspetti da giornalisti, scrittori, filosofi, scienziati.
Come recita il nostro frontespizio “tecniche e cultura della comunicazione” non potevamo esimerci dal seguire piú relazioni e dibattiti possibili.

Ma tra le tante delle quattro giornate del festival, ci soffermiamo su tre in particolare.
La prima del geologo Mario Tozzi, il quale, ha affrontato il tema del clima, ma per parlare del metodo della divulgazione, spesso fraintesa. Analogamente, Piergiorgio Odifreddi, il noto matematico impertinente, si è occupato di media e social. Ma, a differenza di Enrico Mentana che ha intitolato la sua relazione “La Civiltà dei Media”, Odifreddi si è divertito a smentire questo concetto sostenendo invece l’inciviltà dei media.

Giornalisti autoreferenziali
Piergiorgio Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi

Ma andiamo con ordine.
Il titolo originale della relazione di Piergiorgio Odifreddi era “Dalla civiltà del libro all’inciviltà dei social”. Più chiaro di così! Eppure ha subito voluto precisare che l’inciviltà inizia proprio dai media, i mezzi di comunicazione di massa, giornali e tv in particolare. Parafrasando Immanuel Kant ha voluto intraprendere una “Critica della ragion mediatica”.
Qual è il vero problema, si è chiesto. È che i giornalisti – coloro che dovrebbero essere i mediatori delle informazioni – “non scrivono per il pubblico, ma per gli altri giornalisti”. Quindi più che mediatori diventano protagonisti.
Questa autoreferenzialità fa sì il lettore non riceve informazioni, bensì opinioni. Del resto, afferma Odifreddi, l’obiettivo dei padroni dei giornali (e delle tv) è di vendere. Non solo, ma anche di avere in mano un potere, il famoso ‘quarto potere’.

Se poi passiamo dalla stampa ai social le cose peggiorano, come sappiamo bene, ma che spesso dimentichiamo.
Non è raro oggi sentire qualcuno avere delle certezze perché “l’ho visto su Facebook”, un po’ come si diceva “l’ha detto la televisione”. In entrambi i casi ci facciamo fuorviare da qualcosa che riteniamo veritiero e anche superiore. Superiore a cosa non si sa. Certo superiore a chi non fa lo sforzo di cercare di informarsi in maniera indipendente e critica. Di leggere, di aggiornarsi.

Per questo identifica il libro con civiltà. Un libro, prima che un editore serio lo prenda in considerazione per pubblicarlo, deve essere frutto di basi cognitive e raccolta di informazioni, inoppugnabili. Anche un romanzo, sia pur di fantasia, deve avere un fondo di realtà.

Ma attenzione ai giornalisti, avverte Odifreddi. Cita due esempi di ottimi giornalisti: Oriana Fallaci che nelle sue interviste mette molto di suo, a volte più di suo che dell’intervistato. Eugenio Scalfari, che ha fatto alcune interviste a Papa Francesco, a volte ha inventato (Scalfari intervista senza registratore e senza taccuino). E cita la famosa frase della prima intervista attribuita al papa: “dopo che il Conclave mi aveva scelto – racconta Bergoglio – ho avuto bisogno di meditare e di pregare. Mi sono quindi ritirato una mezz’ora nella stanzetta che sta accanto a quella con la finestra da cui si annuncia l’elezione del papa”. Ebbene, quella stanzetta non esiste. È una invenzione di Scalfari.

Il pericolo dei social
Tozzi presentato da Olivari

Il sindaco di Camogli Francesco Olivari introduce la relazione di Mario Tozzi.

Ma i social per la loro rapidità sono ancor più pericolosi. Un buon esempio è quello degli ‘influencer‘ oggi tanti di moda. Qual è il valore dell’opinione di un personaggio noto, ma non competente? Un Nobel per la pace, è in grado di dare un giudizio scientifico? E lo stesso Papa Francesco, quando parla del clima: qual è la sua competenza specifica?
Questa domanda, Odifreddi la fa citando appunto una precedente relazione di Mario Tozzi, nella sua “Clima, un po’ per celia un po’ per non morire”. E veniamo quindi a questa relazione.

Se le problematiche reali del cambiamento climatico – che stiamo sperimentando in queste calde giornate di fine settembre e che purtroppo sperimenteremo con le alluvioni che ci riserverà l’autunno – sono state il punto di partenza di Tozzi. La sua acclamata relazione, tenuta con Lorenzo Baglioni alla chitarra, verteva sul come si deve comunicare.

Una spiegazione scientifica può essere fatta in due modi: in maniera accademica, magari un po’ noiosa, oppure – se si è in grado di farlo – in modo completamente sovversivo, pur nel necessario rigore scientifico.

Lorenzo Baglioni è un giovane ingegnere appassionato di musica, che ha insegnato matematica nelle scuole e che ora si dedica alla divulgazione scientifica con la chitarra e mediante musica  rap e punk. Sì, proprio rap e punk. In diretta e con filmati che qui hanno ricevuto delle standing ovation, ha spiegato, ad esempio, le leggi di Keplero ; ha spiegato anche – a beneficio di Mario Tozzi, del sindaco e, compreso chi scrive, tutti geologi – come la geologia sia una ‘scienza seria’ che deve avere buone basi di matematica, chimica e fisica (lo ha fatto con la spiegazione dei silicati quei minerali che per la loro complessità hanno fatto venire mal di testa a più d’uno studente di geologia). Tutte video utili che segnaliamo volentieri ai docenti.
Ma sue sono anche altre composizioni per informare, per coinvolgere come questo commovente video che raccomandiamo: Cure2Children

Qual è, alla fine, la morale? Che troppo spesso “ci affidiamo a persone che non sono coloro cui dovremmo affidarci”.
Con il risultato di credere che in Italia siamo invasi da milioni di immigrati, che non è vero che il clima sta cambiando pericolosamente e irreversibilmente, e via discorrendo.