Fu della Tipografia Colombo di Roma la prima edizione della Costituzione Italiana. Una editio princeps di cui esistono solo quattro copie. Ecco come andò.

di Francesco Pirella

Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, firma la Costituzione italiana a palazzo Giustiniani, il 27 dicembre 1947. Da sinistra a destra, Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio, il funzionario Francesco Cosentino, il guardasigilli Giuseppe Grassi, Umberto Terracini, presidente della Costituente.

Francesco Cosentino, Filippo Palermo e Vittorio Falzone sono stati i primi redattori del progetto sulla Costituzione Italiana voluto dall’Assemblea Costituente il 15 luglio 1946. E hanno fatto la spola chissà quante volte con la Tipografia Colombo di Roma, storico riferimento della Camera dei deputati, tuttora in attività.
Correggere gli articoli dei Padri della Patria ancora in bozza era una bella responsabilità: pagine composte in corpo 12, nel carattere Aldino della famiglia dei Romani antichi; alto, stretto nero, per i titoli, alto e basso, chiaro largo, per il testo.
La partigiana Ada Prospero in Gobetti, affermerà che “l’altro passo”, la Costituente, era così compiuto: dopo l’insurrezione e la Liberazione non restare immobili, preparare ogni giorno l’altro passo.
…e un’aria oscura grava
sopra un mondo indeciso.
Un vecchio stanco
dorme accanto a un alare
il sonno dell’abbandonato
                  (“Sarcofaghi”)
Ada conobbe il genovese Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975. Poeta, scrittore e giornalista, sottoscriverà il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce nello stesso anno in cui pubblicò la prima edizione Ossi di seppia, era il 1925.
Quando Piero e la moglie Ada lavoravano nella casa editrice di Torino dove oggi è conservato il Centro Studi Piero Gobetti, si pubblicò la nota raccolta montaliana, ricercatissima dai bibliofili di tutto il mondo.

 

 

 

 

La rarissima prima edizione di Ossi di Seppia, stampata nel 1925 presso la Tipografia Carlo Accame. Brossura in due colori, cornice decorativa e fregio editoriale (Minerva Auctions).        La marca della Casa Editrice Gobetti fu disegnata da Mario Sironi.

Tre copie firmate

Le prime tre copie della Costituzione della Repubblica Italiana vennero firmate, a Palazzo Giustiniani, dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947. Il testo fu controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, e dal Presidente dell’Assemblea Costituente, Umberto Terracini. Quindi sottoposto al visto del Guardasigilli Giuseppe Grassi.
…Lieto leggevo i neri
segni dei rami sul bianco
come un essenziale alfabeto
(“Quasi una fantasia”)
Edizione non rara, unica, quella Costituzione. Preziosa per ogni cacciatore di libri, smisuratamente, oltre il ‘Gronchi rosa’. Dieci fogli con una piega al centro, un totale di quaranta pagine, fascicolati in formato in-folio, pressoché A3.

costituzione la penultima pagina 1947

La penultima pagina della Costituzione italiana del 1947

L’Archivio storico della Presidenza della Repubblica conserva uno dei tre originali. La seconda si trova nell’Archivio storico della Camera dei deputati, la terza in quello Centrale dello Stato.
La quarta e ultima copia oggi nota, non è firmata, ed è invece appartenuta alla famiglia del Guardasigilli Giuseppe Grassi; ora è patrimonio dell’Università del Salento grazie alla donazione del nipote del giurista salentino, Fabio Grassi.
Non possiamo pensare al risultato di una Charta Magna perfetta, ma essa rappresentava la croce che avrebbe tenuto lontani i vampiri del diritto inviolabile della libertà e avrebbe scongiurato un ritorno alla dittatura.
Pietro Calamandrei ne fece una metafora di leggi meccaniche, pezzi usciti da diverse officine i cui ingranaggi dovevano coincidere per mettere in moto il motore spirituale, sociale, giuridico del Paese. Ecco perché ogni tentativo di metterci le mani ha sempre costituito il rischio di un pericoloso ingrippamento del motore.
… Lunge risuona un grido: ecco precipita
il tempo, spare con risucchi rapidi
tra i sassi, ogni ricordo è spento; ed io 
dall’oscuro mio canto mi protendo
a codesto solare avvenimento
(“Crisalide”)

Farfa L'albero delle lettere

La tipografia gutenberghiana è stata l’archetipo dei grandi eventi storici che hanno cambiato il destino dei popoli: la B42, l’Encyclopedia degli illuministi, la Costituzione.
Farfa (Vittorio Tommasini), “L’albero delle lettere tipografiche”, cartopittura futurista 34×28 cm, 1930, Coll. Privata.

Genova, 24 4 2020

(© riservato Armus – Genova)

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L’immagine in altro: il Palazzo Giustiniania Roma, sede del Senato della Repubblica