Alla scoperta del Centro dell’Incisione, che grazie a un ambiente raccolto ed elegante sul Naviglio Grande avvia alle tecniche della calcografia artisti e appassionati. Un centro che potrebbe anche tornare a essere laboratorio per incontri culturali del mondo della grafica e della stampa.

A Milano i Navigli non sono solo happy hours e movida, che tanto hanno fatto discutere per i problemi di sicurezza sollevati in tempo di pandemia. I Navigli sono anche arte e cultura, quella che è tornata grazie a pochi resilienti, come Gigi Pedroli, con la moglie Gabriella compagna di una vita, entrambi medaglia d’oro di benemerenza civica del Comune di Milano.
Abbiamo visitato il suo studio e abbiamo fatto due chiacchiere seduti davanti alla stufa, in cui i ceppi scoppiettano e ci riscaldano in questo freddo pomeriggio pre-natalizio, una delle sue recenti opere di ceramica, arte che ha aggiunto alle originarie della grafica, della pittura, e dell’incisione.

Gigi Pedroli, classe 1932, vivace come un ragazzino, ci racconta così una vita vissuta sempre alla ricerca del meglio superando tutti gli ostacoli che ha incontrato, fin dalla nascita. Orfano di entrambi i genitori quando ancora non camminava, dice di aver avuto quattro mamme: la nonna, le zie e persino una portinaia-gendarme nel caseggiato di via McMahon dove risiedevano prima e dopo la guerra i tranvieri di Milano.
Collegio dai salesiani che ne scoprono il talento artistico, poi alla scuola d’Arte del Castello Sforzesco, illustratore presso grandi aziende di pubblicità e cartellonistica quando la computergrafica non era ancora nata, dopo una fase pittorica scopre l’incisione «che preferisco ai quadri, non solo perché hanno un mercato più aperto e interessante, ma perché le diverse tecniche offrono soluzioni sempre nuove».

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L’Autore con Gigi Pedroli durante l’intervista nel Centro di Incisione sul Naviglio

Gigi e Gabriella benemeriti dell’incisione

Gigi, hai ricevuto l’Ambrogino d’Oro nel 2020 in occasione dei tuoi 45 anni di attività…

«In realtà sono 46 anni di attività come artista, prima illustratore in agenzia pubblicitaria e pittore. Ma l’incisione la scopro più tardi perché ho avuto la fortuna di conoscere le persone giuste e di imparare l’arte applicata alla stampa.
«Poi, piano piano con alcuni amici ho aperto uno studio qui sui Navigli negli anni ’70 con altri pittori e abbiamo conosciuto uno stampatore con cui abbiamo fatto un corso di una settimana per imparare le tecniche di prestampa, come fare le selezioni, le pellicole.»

Dobbiamo infatti ricordare che a quei tempi non esistevano non solo i CtP ma neppure i computer-to-film e neppure i software per la selezione colori. Il lavoro del cromista era arte in se stessa.
Poi con Giancarlo Sardella, stampatore di Urbino, insieme al suo piccolo gruppo di artisti, hano imparato le tecniche della stampa calcografica.

«Una volta imparata la tecnica mi son messo alla ricerca di un localino dove poter disegnare ma anche poter incidere le lastre e soprattutto dove installare il torchio per stamparle

E hai trovato questo che mi sembra il posto più adatto per esprimere la tua arte, se è vera la leggenda che qui Leonardo da Vinci dipinse la Dama con l’Ermellino per Ludovico il Moro.

«Forse è una leggenda, ma potrebbe essere vera, perché ci sono molti dati che coincidono: questo sarebbe stato infatti il casino di caccia del Moro, e qui alloggiava Cecilia, la ragazza del ritratto. Si racconta, che tornando a cavallo in compagnia di Leonardo, il Visconti avesse chiesto a ‘Messer Leonardo’ di eseguire un ritratto alla fanciulla, che lo stava aspettando alla finestra con un cagnolino in mano. Cagnolino che Leonardo trasformò poi in ermellino.»

Farsi notare

Si concretizza così – sotto l’occhio vigile di Gabriella senza il cui entusiasmo e sorriso forse oggi non saremmo tutti qui – il gruppo di amici pittori che si riuniscono la sera per discutere come farsi conoscere e per portare la gente a vedere i loro quadri. E ci pensa anche la musica. Sì, perché Gigi suona il piano, canta e compone canzoni, rigorosamente in milanese.

«Le serate musicali sono servite per unirci, farci conoscere e portare visitatori, tutti di un buon livello culturale. Noi pensavamo di esporre i nostri quadri sulle sponde del naviglio, ma in quegli anni i Navigli erano area depressa, praticamente abbandonata, passavano le auto e non era la zona elegante che vediamo oggi

Tutti pittori e quindi eri l’unico incisore?

«No, eravamo un gruppo, e alcuni pittori iniziavano a dedicarsi anche all’incisione, ma io ero l’unico ad aver allestito il laboratorio.»

Quindi nasce qui un laboratorio di incisione, non xilografia, ma solo le varie tecniche calcografiche, puntasecca e acquaforte nelle sue varianti come l’acquatinta o la maniera nera.

Creatività libera

Ma a differenza degli specialisti in ex libris, Gigi e il gruppo dei navigli non incidono a tema, in pratica sono pittori che esprimono la propria creatività in calcografia anziché in pittura.

Da diversi anni nel suo laboratorio Gigi Pedroli, con l’aiuto, prima del figlio Davide, ora del nipote Alessandro, anche lui incisore, tiene corsi mettendo a disposizione anche il materiale, con i quali in cinque incontri al sabato mattina, si apprendono le diverse tecniche.

«Vengono qui le persone più diverse, molti sono professionisti, dai medici agli ingegneri, che si avvicinano per la prima volta all’arte e all’incisione. Imparano e lo fanno proprio per una soddisfazione personale, non per avviare un’attività. Poi ci sono anche giovani artisti o aspiranti artisti, che invece tramite le tecniche dell’incisione hanno la possibilità di rendere più proficua la loro arte.»

Scoprono anche nuove applicazioni per la loro arte, perché con le lastre possono fare i primi piani e i secondi piani. È tutta una questione di tecnica, che del resto imparano nel giro di un mese. E per molti artisti si offre la possibilità di sperimentare anche nuovi stili.
E poi le scolaresche: ai bambini si lascia libero sfogo alla fantasia, solo indirizzandoli nelle tecniche e con semplici suggerimenti.

Com’è oggi il mercato dell’incisione?

«Rispetto ai dipinti, basti pensare che oggi non è facile vendere un quadro, l’incisione trova molti più sbocchi. Gli artisti ricevono dalle semplici richieste per matrimoni e altre occasioni con prezzi contenuti, quindi è molto più popolare

Però molte persone non sanno neppure cos’è l’incisione. Non è ancora molto conosciuta e non è applicata all’illustrazione, contrariamente a quanto ad esempio era di moda nell’800. Forse verrà riscoperta.

Incontri culturali

pedroli stufa incisione ceramicaCon Gigi si potrebbe parlare a lungo, magari un’intera serata davanti alla stufa in ceramica, perché ti spiega non solo le tecniche, ma come i diversi artisti si distinguono con le variazioni nel segno in cui esprimono la loro creatività, le differenze che si ottengono con la capacità di dominare anche la tecnica. Anche chi non è un pittore, può scoprire nuovi modi di espressione che ne caratterizzano l’opera.

centro incisione naviglio

L’ingresso del Centro dell’Incisione sul Naviglio Grande

Il Centro dell’Incisione, grazie a un ambiente raccolto ed elegante, si presta anche per riunioni culturali, sia pur ristrette, di alto livello. Ed è quello che auspichiamo e che cercheremo di promuovere appena possibile. Magari con una nuova primavera per porre fine alla lunga pandemia.