Come trasformare un vecchio libro in un’opera d’arte e prezioso soprammobile. È il book folding di cui è maestro Alessandro Targani.

Spesso è il Caso ad aiutarci. Al termine del Congresso GIPEA (etichette autoadesive) a Genova, due passi per smaltire le relazioni sul riciclo e sui regolamenti UE ci portano al Palazzo Ducale dove c’è sempre qualcosa di interessante da scoprire. Un esempio? La mostra-installazione Orlando’s library, in cui Daniela Comani ha “manipolato” 52 copertine di celebri opere della letteratura trasformandone i titoli con un mutamento di “genere”: così abbiamo La dottoressa Živago, i Sei Personaggi in cerca d’Autrice, Monsieur Bovary

Alessandro Targani bibidi bobidi book

Il book folder Alessandro Targani mentre elabora un suo “Bibidi Bobidi Book”

Ma la curiosità ci porta oltre dove un atelier ci accoglie con una scaffalatura di libri sorprendenti. Sono – ci spiegano – le opere delle pazienti mani di Alessandro Targani, con il quale ci mettiamo subito in contatto.
Alessandro Targani, genovese, con un passato di programmatore informatico, Alpino, musicista, e… ‘origamista’. Ma sentiamolo.

MetaPrintArtOrigamista è un termine che posso usare, o come ti definisci? A parte il Bibidi Bobidi Book, da cui il titolo di questa intervista.
Alessandro Targani – Ho praticato in passato l’origami, soprattutto quello geometrico. Una storica dell’arte ha definito questa tecnica originata da un’evoluzione dell’origami, ma ufficialmente si chiama BookFolding per cui forse è più appropriato BookFolder.

MPA – Il book folding, è una tecnica molto diffusa? Dove ha origine? E come hai imparato quest’arte?
A. T. – Il BookFolding sta cominciando a diffondersi, grazie a internet ovviamente, pare che sia nata una sessantina di anni fa in America, ma non si hanno notizie precise. Ora con la globalizzazione sta arrivando da noi e come tutte le tecniche manuali si sta evolvendo di continuo.
Io mi sono sempre dilettato, fin da piccolo, a costruire qualcosa con qualsiasi materiale, soprattutto carta e cartone, ma anche plastica, intaglio del legno, pigne, gusci, semi. Insomma, qualsiasi cosa. Tre anni fa, curiosando su internet, in un noto programma contenitore di immagini, sono venuto a conoscenza di questa tecnica che mi ha subito affascinato.

MPA – Quindi la passione che richiede tanta manualità, pazienza e fantasia già l’avevi. Come è avvenuto il passaggio al BookFolding? 
A. T. – Allora mi sono informato, ho seguito e studiato con diversi tutorial che sono su Youtube, mi sono iscritto in alcune pagine FB dove trattano questo argomento e sono partito. All’inizio tentavo di fare un libro ogni tanto, sperimentavo sempre piccole soluzioni che mi facessero “crescere”, scegliendo immagini che mi piacessero, che stimolassero la mia fantasia nelle soluzioni tecniche.

MPA – Quanti libri hai trasformato – ma, dobbiamo precisare, non distrutto perché restano ancora perfettamente leggibili – e quanto tempo richiede la rielaborazione di un volume? 
A. T. – Ho iniziato lentamente nell’ottobre 2021 e a oggi ho realizzato 250 libri. L’elaborazione non è banale. Serve uno schema che può essere realizzato da un paio di software esistenti o, con un po’ di studio, si possono realizzare anche con i comuni strumenti di Office. Un libro può essere realizzato con diverse tecniche che in generale comprendono la profondità da attribuire alle varie parti di una immagine e l’eventuale colorazione con colori o con cartoncino

MPA – Ora qui al Palazzo Ducale troviamo qualche decina di opere in esposizione. Sono tutte della tua collezione o in prestito da parte di chi ne possiede, come avviene per i quadri d’autore? Dove si possono trovare? 
A. T. – Sí, sono tutti della mia collezione, che è in continua crescita, in effetti ogni tanto ne chiedo qualcuno a chi li ho venduti o regalati per una qualche mostra. Devo decidermi a dedicare del tempo a mettere le foto dei libri su FB o su Istagram [che chiamerà  proprio Bibidi Bobidi Book – ndr], me lo chiedono in tanti. Oltre alla tecnica del BookFolding, i miei libri sono fatti anche con quella dello StripArt, che consiste nel riportare sul bordo delle pagine del libro, fotografie per avere un ricordo particolare e personale.

MPA – La tua esperienza di programmatore ti ha aiutato nel pianificare ed elaborare questa trasformazione?  
A. T. – Assolutamente, senza una buona conoscenza di un noto foglio di calcolo, non so se sarei stato in grado di elaborare da solo gli schemi che mi servono, senza affidarmi a programmi ad hoc. Inoltre, gli studi da geometra penso abbiano contribuito al pensare, a “vedere” il prodotto finito.

MPA – I temi delle immagini che appaiono sono tanti, anche in rilievo. Dalla facciata della cattedrale di San Lorenzo a simboli musicali e persino stemmi di squadre di calcio. Su quest’ultima meglio evitare una domanda perché a Genova si rischia di rovinare un’amicizia. Hai delle preferenze sui soggetti? 
A. T. – In effetti no, scelgo immagini che mi “dicano qualcosa” o che mi stimolino a utilizzare qualche soluzione nuova o strana. Sicuramente scelgo immagini “positive”, possibilmente allegre o che fanno parte della storia emotiva/infantile. Anche animali, fiori e, ultimamente, anche volti e figure femminili un po’ particolari mi attirano molto.

MPA – Sempre in tema con il Caso, due giorni prima del nostro incontro, RAI3 ha girato un servizio in cui mostri questa tecnica, non certo semplice: oltre alla precisione, conta più la pazienza o il senso artistico? 
A. T. – Beh, c’entrano proprio tutti: la precisione è fondamentale perché si devono fare tagli anche a distanza di un millimetro, a volte anche meno; la pazienza è un elemento essenziale perché ci vogliono molte ore per produrre un libro finito. A volte inizio al mattino presto e termino la sera tardi dedicando proprio il minimo indispensabile a pranzo e cena. E la giornata mi vola: il senso artistico è importante per “vedere” in una immagine piatta quello che sarà il risultato che desidero, cercando di realizzare profondità e, eventualmente, colori.

MPA – So che una gallerista ti ha suggerito dei prezzi che vanno dai 120 ai 180 Euro. Ne produci anche su richiesta con immagini e contenuti personalizzati? 
A. T. – Sì è vero, in effetti le ore di lavoro sono tante. E, sì certo anche su richiesta, e su Istagram presto si potranno vedere nuove foto.

Alessandro Targani bibidi bobidi book

Una parte dei libri “folded” esposti a Palazzo Ducale

Alessandro Targani bibidi bobidi book

Ringraziamo Alessandro Targani  e concludiamo che in fondo possiamo affermare che, come con il maiale, del libro non si butta nulla.

Questo è il servizio di RAI3 Liguria (un po’ lento ad aprirsi, basta avere pazienza): https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2024/06/quando-un-libro-diventa-una-piccola-opera-darte-o-un-elemento-darredo-e78dbaea-731f-4d6b-8145-9a12dcbc3b4d.html