Apriamo il sipario verso la regina dei procedimenti di stampa, la tipografia, con un po’ di storia e di evoluzione che dal segno mnemonico, fonetico, pittorico, ideografico e alfabetico ha condotto alla stampa tipografica.

Per conservare la memoria delle cose e dei fatti ci si avvaleva della tradizione orale, al racconto ripetuto, di bocca in bocca e di padre in figlio, delle stesse notizie.

Ma per i commerci come per gli archivi dei re questo mezzo non bastava e gli uomini ricorsero prima a segni e sistemi che portarono alla scrittura: solo questa permise di rappresentare o tramandare un fatto, un ordine a distanza di tempo e di luogo. Finiva così la preistoria.

Il periodo mnemonico

Periodo mnemonico - khipu e stecche di legno intagliate

Khipu e stecche di legno intagliate

Sorse l’uso del sistema mnemonico: collocando pietre in forma speciale o cumuli di pietre, detti Galaal, gli uomini tentavano di richiamare alla memoria particolari avvenimenti. Si usarono anche dei cordigli a nodi disposti in modo convenzionale, detti khipu [scritto anche Quipu – ndr] da parte del popolo Inca, un insieme di cordicelle di vario colore annodate, distanziate in modo sistematico tra loro e legate a una corda più grossa e corta a sorreggerle. I khipu erano concepiti per rimanere inalterati. Erano infatti bagnati, fatti seccare e incollati con resine particolari. Scoperti in antichi insediamenti in Perù, servivano per i calcoli matematici. I nodi delle corde erano di diversi colori: rappresentavano numeri, e dalla loro reciproca posizione se ne potevano ricavare le unità, le decine, le centinaia e le migliaia.

Si crede che i khipu fossero utilizzati per calcoli astronomici, fondamentali per la cultura inca, per formule magiche ma anche per descrivere sommariamente avvenimenti storici ed economici. In un suo romanzo Marco F. Picasso dimostra che i khipu fossero un vero sistema di scrittura e non un semplice ‘pallottoliere’ peraltro chiamato Yupana. *

Il periodo pittorico e ideografico

Con la scrittura pittorica − sviluppata in diverse aree del globo − mediante figurazioni a carattere descrittivo, si tramandavano scene di caccia, battaglie, trionfi e altro.

periodo ideografico- Albero - Notte

Periodo ideografico- Albero – Notte

Nel tempo per abbreviare questo scomodo, seppur artistico, modo di esprimersi, si passò a una scrittura simbolica che rappresentava già un progresso notevole, una “stenografia”. Furono usati, chi dice dagli egizi, chi dai cinesi, simboli o sigle al posto della raffigurazione estesa.
Questa scrittura, definita ideografica, si suddivise in tre rami:
geroglifica, per le iscrizioni monumentali e, in seguito, sui papiri (4000 anni a.C.);
ieratica, usata solo dai sacerdoti, per il culto (3000 anni a.C.);
demotica, adoperata dal popolo (800 anni a.C.).

Il periodo fonetico

L’ultima trasformazione della scrittura, prima di poterla considerare tale, fu la scrittura fonetica: furono stabiliti segni grafici in corrispondenza della parola che si voleva esprimere. Segni che si suddivisero in verbali, se esprimevano l’intera parola; sillabici, se solo una sillaba; alfabetici, se una sola lettera.

periodo fonetico. Lettera E alfabeto fenicio e lettera E alfabeto Greco

Periodo fonetico. Lettera E alfabeto fenicio e lettera E alfabeto Greco

Alfabeto runico

Alfabeto runico

L’alfabeto

Si giunse quindi al vero alfabeto con cui l’umanità poté tramandare in modo completo e durevole, la storia della propria civiltà.

Pare che l’alfabeto da cui ebbe origine quello odierno, sia merito degli antichi popoli che abitavano l’Egitto. I fenici, poi, modificarono il sistema e attribuirono a ogni segno un suono, fondendolo con quello egiziano e ottenendo l’alfabeto parlato e scritto. Questo metodo più facile di espressione del pensiero, passò in Grecia e poi in Italia tra gli Etruschi e quindi dai Romani. Da qui gli infaticabili legionari lo portarono in Germania, dove si fuse con l’alfabeto runico proveniente dalla Scandinavia, creando quello speciale carattere che fu chiamato gotico.

I materiali utilizzati per tracciarvi la scrittura, in ordine cronologico, furono: pietre, pelli di animali, cortecce d’albero, tavolette cerate, e inseguito il papiro, la pergamena e infine e solo molto più tardi, la carta.

Le prime vere scritture erano tracciate sul papiro (circa 2000 anni a.C.), formato da strati sottili e intrecciati della corteccia della pianta di papiro; questo fu poi sostituito dalla pergamena: pelle di capra (o di vitello) opportunamente trattata ed essiccata. Dopo l’anno 1000 della nostra era fu sostituita dalla carta proveniente dai popoli cinesi.

La xilografia
1423 Prima xilografia- san Cristoforo

La prima xilografia (1423)

Pure dai cinesi ci pervenne l’arte di incidere sul legno caratteri e disegni (xilografia) e l’invenzione dell’inchiostro, ottenuto trattando il carbone con certe loro speciali resine.
Verso il 1300 esistevano già in Italia carte da gioco e geografiche stampate su carta spessa e con il metodo xilografico. (v. Le origini delle carte da gioco   ; Una piccola storia delle carte da gioco).
La prima stampa xilografica con data certa risale al 1423 (Buxheim am Rhein) e rappresenta San Cristoforo con il Bambino Gesù.
La prima fabbrica di carta sorse in Italia a Fabriano tra il 1100 e il 1150. Fino al 1450 e oltre i libri venivano scritti a mano, su pergamena o su carta dagli amanuensi, scrivani di mestiere. I rubricatori colorivano le grandi immagini, i frontoni, i titoli, mentre i miniaturisti abbellivano le pagine dei libri stessi con splendide iniziali.

La stampa a caratteri mobili

Giovanni Gutenberg di Magonza in Germania, i cinesi e soprattutto i coreani prima di lui, inventarono la stampa a caratteri mobili con la quale si poterono replicare i codici manoscritti poiché ogni carattere veniva fuso e forgiato e così poteva essere riutilizzato per innumerevoli composizioni a stampa. L’arte della stampa, verso il 1454, sconvolse le abitudini e i sistemi di quel tempo e permise la diffusione della scienza e della religione. Infatti il primo libro a stampa fu la Bibbia delle 42 righe di Gutenberg.

Carattere gotico usato nella Bibbia delle 42 righe

Carattere gotico usato nella Bibbia delle 42 righe

Questa arte intorno al 1500 si era divulgata così rapidamente da giungere in Italia, prima a Subiaco poi a Venezia nel 1469 per poi diffondersi in altre città della penisola. Si trattava dei primi libri, detti incunaboli (per convenzione solo quelli fino al 1499), ovvero libri nella culla.

L’Italia vanta celebri tipografi, tra i quali: Panfilo Castaldi, Aldo Manuzio inventore del ‘libro tascabile’ che conosciamo oggi, la cui attività fu proseguita dal figlio e oltre, dei Giunta, dei Giolito sino a raggiungere il sommo Giambattista Bodoni vissuto a Parma tra il 1740 e il 1813. Bodoni fu il rinnovatore della nostra arte tipografica, conferendole quella dignità e valore artistico giunti fino a noi nei suoi meravigliosi libri, punzoni e nel suo splendido alfabeto e nelle sue rilegature.

Grandi figure di tipografi esteri furono le casate degli Estienne e dei Didot e il Garamond in Francia, Elzevier in Olanda, Baskerville in Inghilterra, il Plantin in Belgio (ad Anversa che ospita oggi uno dei più bei Musei della Stampa), Ibarra in Spagna.

* Il Segreto dei Dieci Laghi – romanzo andino. [Il libro è disponibile presso l’autore]