Detrarre dalle imposte sul reddito delle persone fisiche il 19% di quanto speso nel corso dell’anno per comprare libri e giornali quotidiani e periodici.

Questa è la misura che si vorrebbe a sostegno della lettura e della domanda di informazione proposta dalla Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, nell’ambito dell’incontro pubblico “Giornali e libri: strumenti di buona informazione e cultura. Le proposte della Filiera della carta”, svoltosi a Milano, nell’ambito della Fiera dell’editoria italiana, “Tempo di Libri”.
Il tema della crescita culturale e sociale dei cittadini attraverso il formidabile strumento della lettura di libri e giornali è stato affrontato nella tavola rotonda che ha seguito la relazione del Prof. Nova cui hanno partecipato, coordinati da Roberto Sommella, Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera, Paolo Mattei, Vicepresidente Assocarta e Delegato Print Power & Two Sides Italia e Stefano Mauri, Presidente e AD di GeMS.

Non sappiamo se la proposta verrà accolta, ma soprattutto non sappiamo se comunque potrà cambiare il brutto vizio italiano di non leggere e quel poco comunque di scarso valore culturale. Una specie di lotta contro i mulini a vento. Come ben sappiamo infatti, gli indici di lettura in Italia restano tra i più bassi al mondo: i lettori di almeno un libro all’anno sono calati in cinque anni (dal 2010 al 2015) dal 46,5% al 42,0%, e non va meglio per i lettori abituali dei giornali. A leggere un quotidiano è oggi il 33,4% della popolazione (dato questo certamente in eccesso – ndr), mentre per i periodici la percentuale si attesta sul 44,5%.
Da qui l’idea di una misura fiscale per incentivare la lettura, con la finalità evidente di uno sviluppo sociale e culturale diffuso. La stima della copertura necessaria a finanziare tale misura, meno di 200 milioni di euro l’anno, ipotizza uno stanziamento ragionevole e di gran lunga più basso di quello stanziato per il Bonus Giovani o di quello previsto per il sostegno al mondo del cinema.
In tutti i casi, non ci sembra che le cose possano cambiare a favore della carta e della stampa, visto che aumenta la percentuale di lettori di e-book e di giornali online.

A complemento della tavola rotonda, Alessandro Nova, dell’Università Bocconi di Milano, ha illustrato i risultati, che nonostante la prolungata fase di crisi economica rappresenta il 5% della occupazione manifatturiera complessiva con circa 198.000 addetti diretti e un indotto di 490.000 occupati. I risultati complessivi 2016 della Filiera si confermano sui valori del triennio precedente, quindi non esaltante. Se un buon contributo viene dalle esportazioni, quello che manca è la spinta del mercato interno. La riduzione della già scarsa propensione degli italiani alla fruizione di prodotti culturali, sicuramente accelerata dalla generalizzata diminuzione dei consumi, vede anno dopo anno sacrificare ulteriormente beni solo apparentemente non indispensabili rispetto a quelli di primaria necessità.  Risultati più dettagliati sono riferiti in un precedente articolo, cui rimandiamo.