C’era molta attesa per il Print4All, finalmente una fiera del settore in presenza e con le macchine esposte. Ora è importante fare una valutazione di merito e trarre da qui alcune indicazioni sul mercato della stampa e del packaging, nonché della situazione congiunturale nel suo insieme. Luci e ombre sono emerse, e vogliamo qui evidenziare cosa c’è stato di bello, cosa di brutto. E, naturalmente, non può mancare il cattivo.

E il ruolo del cattivo lo svolge chi scrive. Andando con ordine è meglio partire dalla notizia buona: il mercato c’è, l’entusiasmo pure. La tecnologia avanza e risponde alle esigenze degli stampatori, dei convertitori e soprattutto dei loro clienti. L’intera filiera è sempre più coinvolta e questo porta acqua al mulino dell’innovazione. La quale innovazione non deve confondersi con la sola stampa digitale che in fiera ha fatto la parte del leone, anche con una novità made in Italy, su cui torneremo (ma dov’era la stampa offset?, chiede il cattivo). Per la stampa analogica infatti, la flexo è sempre più presente e, come ha dimostrato la ‘notte dei Diamonds’ (cui rimandiamo), è sempre più qualitativa e competitiva. Grazie appunto al dialogo di filiera.

Cultura imprenditoriale, cercasi

Tutto bello dunque? Non proprio. Il brutto è la mancanza oltre che della stampa offset, della carta e, salvo poche eccezioni, degli inchiostri. Il brutto è soprattutto la mancanza di ‘cultura imprenditoriale‘ come ci ha fatto notare un visitatore, importante azienda di stampa e packaging del centro Italia, che ha lamentato troppe mancanze e troppa superficialità. L’assenza delle cartiere è stata notata, in negativo.

Il brutto lo hanno fatto notare anche quegli etichettifici che hanno esposto (nei padiglioni di IPACK-IMA) che hanno dichiarato di essere “non o poco soddisfatti” per la scarsità di visitatori interessati. Ma questo può essere imputabile alla concomitanza con il Cybus di Parma e il Cosmoprof della settimana precedente a Bologna. Mancanza di coordinamento? Chiede il cattivo.

Così come il cattivo fa notare l’abbondanza di relazioni e seminari, praticamente tutti disattesi: a quello molto interessante sulla rivoluzione della food industry – relatore Armando Garosci, direttore di Largo Consumo, due sole presenze (di cui uno era il cattivo).

E per finire, ancora col cattivo: nei quattro giorni di fiera sono scorsi fiumi di prosecco: ma, dice il cattivo, sarà tutto d’uva, vista la quantità?  Sembra di sì, ma certamente a scapito della biodiversità delle colline venete.  Alla faccia del ‘green’ tanto di moda.
Un green washing, ma nel prosecco, anziché nell’acqua.

 

Il giornalista si meraviglia nell'osservare la nobilitazione in cartotecnica con una soluzione made in Italy

Il giornalista si meraviglia nell’osservare la nobilitazione in cartotecnica con una soluzione made in Italy

AIMSC

La tipografia illustrata dagli appassionati di AIMSC

Nell’immagine in alto un particolare dell’etichetta stampata da Cartes, premiata al Best in Show per la somma di tecniche di stampa per un effetto emozionale speciale.