Fornitori di tecnologie, ma anche fornitori di prodotti stampati hanno oggi un nuovo ruolo: di consulenti

Il nostro editoriale di gennaio ha dato luogo a un interessate scambio di opinioni tra “addetti ai lavori”. Questo significa che il tema è “caldo”. E quando un argomento è caldo, non bisogna lasciarlo raffreddare, ma mantenerlo vivo per alimentare nuove riflessioni. Più se ne parla, meglio è: lo scambio di idee porta sempre crescita. Per dirla con un’espressione alla moda, è un classico win-win.

Nel confronto, Christian si chiede “È il mezzo di comunicazione più antico del mondo che fa da veicolo al digitale? O è il digitale che per esaltarsi sfrutta i punti di forza del mezzo di comunicazione più antico del mondo?” e Nicola risponde: “Nel mondo della comunicazione il connubio fra online e offline è vincente e aumenta il ROI”.

Entrambe le posizioni sono corrette perché, in fondo, si tratta di due facce della stessa medaglia. Carta e digitale non si escludono, anzi: stanno trovando un equilibrio sempre più sinergico.

Un esempio? Luca, web developer, docente di coding e sviluppo web, cita la collezione Panini Calciatori 2024/25: le figurine, storicamente legate alla carta, diventano interattive. Basta inquadrarle con lo smartphone per accedere a statistiche aggiornate sulle performance dei giocatori.
Un’altra case history arriva dal Regno Unito, con i supermercati Waitrose: il loro catalogo natalizio utilizza la tecnologia scan-to-buy, che permette ai clienti di puntare il telefono su un prodotto e acquistarlo direttamente online, senza bisogno di scaricare una app. A dire il vero, già da anni questo funziona in Corea del Sud attraverso i manifesti nelle stazioni della metropolitana, dove i viaggiatori di ritorno dal lavoro ordinano la cena che troveranno davanti alla porta di casa.

Valorizzare i punti di forza

Due strategie diverse con un unico obiettivo: valorizzare i punti di forza di mondi solo in apparenza opposti. Da un lato io fascino della carta con i suoi effetti, o sensazioni, sensoriali e tattili tipiche del prodotto fisico; dall’altro, la vastità di informazioni che la rete conserva e può fornire in tempo reale.

Coesistenza significa quindi, come giustamente afferma un “addetto ai lavori”, la stampa non corre alcun rischio di sparire e “continueremo a stampare per molto tempo ancora”.

Ma, certo, in maniera diversa. Tirature più corte, più qualità, materiali più ricercati e creatività più raffinata: sarà fondamentale offrire contenuti di valore.

La sfida? Arti Grafiche

A questo proposito, Nicola coglie perfettamente il punto: da semplici fornitori, bisogna trasformarsi in consulenti. Lo diceva già con grande lucidità un commerciale incontrato a una recente fiera: “Il cliente non vuole sapere cosa può fare la mia macchina da stampa. Vuole sapere cosa può fare lui per il suo cliente”. Appunto: da fornitore a consulente.
La direzione è tracciata, come sottolinea Christian: “Di quale azienda sarà lo stampato che alzerà ancora di più l’asticella?
E qui sta la vera sfida: “alzare l’asticella” anziché temere il cambiamento. Un modo di vedere in positivo.
In fondo, non sarebbe bello riscoprire il fascino delle Arti Grafiche, anziché limitarsi a chiamarla “Industria Grafica”?