Dopo essere stata rappresentata da Bodonia, nel 1995 Koenig & Bauer apre la filiale in Italia, guidata da Joachim Nitschke, con Giancarlo Banfi alla direzione commerciale. Oggi, sotto la guida di Peter Andrich, con uno share del 55%, detiene la leadership delle macchine offset a foglio vendute in Italia.
All’evento “Innovazione tecnologica nel settore poligrafico – Le scelte di oggi per comprendere al meglio domani” organizzato da Comunico Italiano (Bologna, Museo del Patrimonio Industriale venerdì 21 febbraio 2020) e di cui riferiamo qui) Peter Andrich e Graziano Mion hanno brevemente percorso le tappe dei 200 anni di Koenig & Bauer e dei 25 anni della sua filiale italiana.
Una lunga storia interessante, dai primi torchi tipografici alle avveniristiche macchine da stampa offset (e non solo) che caratterizzano oggi la produzione dell’azienda.
La riassumiamo qui.
La tipografia in convento
Un percorso che coincide anche con la storia della stampa, se consideriamo che già tre anni prima della fondazione della società, a Würzburg nel 1814 veniva prodotta da Friedrich Koenig la prima macchina tipografica piano-cilindrica (macchina doppia) per stampare il quotidiano “The Times” con la forza del vapore.
Fu proprio il quotidiano londinese a sponsorizzare questa invenzione, che andava a sostituire i tradizionali lentissimi torchi a mano. Il fatto di essere una macchina ‘doppia’ permetteva di inserire i fogli di giornale rapidamente su un lato ed estrarli dall’altro. In pratica nasceva la Tipografia 2.0.
È subito un successo. Passano tre anni e Friedrich Koenig con il suo amico Andreas Bauer decidono che è il momento di fare sul serio. Fondano una fabbrica di ‘torchi rapidi’, che chiamano appunto Koenig & Bauer. Forse mantenendo l’antica tradizione dei monaci amanuensi, o piú probabilmente per ragioni di praticità, la fabbrica è avviata nel Convento di Oberzell, nei pressi di Würzburg. È il 1817 e per questo nel 2017 si festeggiano i primi due secoli di storia.
Ma per far fronte alla capacità produttiva, in crescita esponenziale, dieci anni dopo Koenig decide di aprire anche una cartiera. Questa volta in Baviera. sempre tra i monaci: nel mulino del convento di Münsterschwarzach.
Friedrich muore nel 1833 e Andreas Bauer prosegue l’attività con Fanny Koenig, la vedova del fondatore, che dal 1857 sarà affiancata dal figlio Friedrich jr.
La Koenig & Bauer si distingue non solo per la tecnologia di stampa all’avanguardia, quale resterà fino a oggi, ma anche per aver anticipato quello che oggi chiamiamo il welfare aziendale. Fondano infatti la prima cassa mutua.
Intanto, nel 1861, la richiesta di nuove macchine da stampa spinge il capo-officina Andreas Albert ad avviare una fabbrica di torchi rapidi a Frankenthal nel Palatinato, la Albert & Hamm. Questa nel 1990 sarà assorbita in Koenig & Bauer che prenderà il nome di Koenig & Bauer Albert più comunemente nota come KBA.
Il centesimo torchio rapido “Rhenania” è del 1868 e sarà consegnato alla ditta Reclam di Lipsia. La macchina viene lanciata sul mercato come versione avanzata del primo torchio rapido. Solo cinque anni più tardi le macchine consegnate sono già duemila.
Ora c’è bisogno di trovare nuovi spazi e lasciato il convento, si costruisce una vera e propria fabbrica, già con principi moderni sia nelle tecnologie, sia nel sociale con cassa mutua per invalidi, vedove e orfani con amministrazione indipendente e controllo da parte degli stessi lavoratori.
Dal foglio alla bobina
La vocazione per la stampa dei quotidiani trova una risposta nel 1876 quando viene consegnata la prima rotativa a bobina al giornale Magdeburgische Zeitung.
Dieci anni più tardi entra in azienda il nipote dell’inventore Albrecht Bolza, un nome ancor oggi legato all’azienda, mentre un altro discendente, Edgar Koenig, sviluppa prima la rotativa con cono di piega.
Non passa un anno che è la volta della rotocalco con la “Albertina” prima rotativa per la stampa policroma di altissima qualità.
Parallelamente, prima di fine secolo, nel 1898 a Radebeul, nei pressi di Dresda, Joseph Hauss, ingegnere del servizio esterno alla Albert-Frankenthal, e Alfred Sparbert (altro nome particolarmente noto in Italia) fondano la fabbrica di torchi rapidi di Dresda. Come sappiamo dopo la seconda guerra mondiale questa area passa – per pochi metri – alla Germania Est. Dopo la caduta del Muro la fabbrica delle offset a foglio Planeta di Radebeul passa alla Koenig & Bauer AG. E qui si svilupperanno, sulla base delle Planeta, le moderne Rapida.
Qui, nel 2003 superano i primi test di stampa le Rapida 205/Rapida 185 in formato supergrande di nuova generazione. In pochissimi mesi si vendono nove macchine. Siamo alla Tipografia 3.0.
Oltre la stampa commerciale
Senza soffermarci oltre, su una storia lunga due secoli, vediamo rapidamente come Koenig & Bauer si afferma, a partire dal nuovo millennio, nelle macchine per la stampa di banconote (praticamente unica sul mercato), e della stampa litolatta, settore in cui è leader assoluta. Proprio in questi giorni avvia la produzione una nuovissima, e prima al mondo, 9 colori presso la ASA di San Marino.
Sempre nei primi anni 2000 viene presentata Cortina, la prima rotativa offset per la stampa di giornali senz’acqua. Nascono nuove macchine rotocalco, come la TR12B con larghezza del nastro di 4,32 m e la prima rotativa satellite a tripla larghezza al mondo, la KBA Commander 6/2.
Anche il fatturato del gruppo cresce e, dopo la crisi del 2008-2012 il gruppo, con un utile d’esercizio di 11,9 milioni di euro, senza interventi esterni, si riporta, unica fabbrica europea di macchine da stampa, in positivo.
Tipografia 4.0
Nel campo delle offset a foglio prosegue decisamente l’innovazione tecnica.
Inizia l’era degli automatismi e della Tipografia 4.0 anche con la diagnostica e assistenza remota. Come sottolineato da Graziano Mion all’evento do Bologna, le innovazioni tecnologiche delle Rapida vanno dal basamento e i castelli alle innovazioni elettroniche, o dell’elettronica applicata alla meccanica. Dal DriveTronic SPC per il cambio simultaneo delle lastre, alla squadra elettronica del 2004, tuttora non superata, dai controlli QCC (Qualitronic Color Control) sul foglio singolo al ICR per la misurazione in linea e correzione automatica del registro di stampa in bianca e volta, tanto per citarne solo alcuni.
Packaging e digitale
Ma l’innovazione non si limita all’avanguardia tecnologica nei dispositivi sulle macchine offset. Anticipando i mercati, Koenig & Bauer è entrata da tempo nei settori del packaging e della cartotecnica con l’acquisizione di Flexotecnica Spa di Lodi.
Sul fronte opposto, rispondendo alla richiesta del just-in-time e delle tirature inferiori, entra nel digitale. E lo fa con la KBA RotaJET, rotativa a getto d’inchiostro che viene lanciata sul mercato stampando in diretta e in tempo reale il giornale della fiera agli Hunkeler Days. A questa seguirà la VariJET 106 – Powered by Xerox, una potente macchina a foglio digitale.
E in Italia?
Come dicevamo all’inizio, quest’anno la filiale italiana celebra i 25 anni, il suo ‘giubileo d’argento‘.
Aperta nel 1995, nella sede di Passirana di Rho alle porte di Milano ha ospitato gli uffici commerciali, il magazzino ricambi e l’officina per l’assistenza tecnica.
Seguendo gli sviluppi e le linee guida internazionali della casa madre, ha reso sempre piú attiva ed efficace l’assistenza remota.
Oggi, secondo i dati VDMA (l’associazione dei costruttori tedeschi di macchine) in Italia Koenig & Bauer detiene il 55% del mercato nazionale.
Dopo il ritiro per pensionamento di Joachim Nitschke, nella filiale si sono avvicendati alla guida alcuni manager. Negli ultimi anni prima da Falk Sparbert, poi passato alla guida dei mercati EMEA, e dal 2018 da Peter Andrich, che grazie al suo vasto know-how tecnico e di economia aziendale ha puntato sul coordinamento razionale tra le diverse divisioni con l’obiettivo di snellire e semplificare i rapporti con i clienti e fare in modo che l’assistenza sia pronta ed efficace. Questo per tutta la gamma di macchinari da stampa offset e digitale, sia a che a foglio, e fustelle piane e rotative di Koenig & Bauer sul mercato italiano.
In particolare, come afferma in un’intervista rilasciata nel novembre 2019, in cui spiega i vantaggi dell’assistenza preventiva, la “proactive maintenance”, e parla del mercato italiano della stampa offset in prospettiva, ( LEGGI QUI ) Peter Andrich sottolinea l’importanza del lavoro in sicurezza, per se stessi e per i clienti, secondo appunto quella ‘vocazione sociale’ voluta dai fondatori nel lontano 1860.
Da qui lo slogan enunciato a Bologna da Graziano Mion: “Se siamo sempre arrivati prima, è perché ascoltiamo i nostri clienti”.
Mi dispiace amico mio ma qui manca la storia vera della KBA che in fondo parte dalla PLANETA! Lascia perdere quello che è stato la conduzione che sì ha la sua importanza ma manca la spina dorsale nel racconto che è la rete vendita che ha avuto il pregio di portare ai vertici un marchio sconosciuto ai più e che dall’embargo DDR nessuno aveva mai raccontato, e più facile scrivere di un successo il difficile è confrontarlo e specialmente con marchi blasonati con una rete vendita che gli pagavano anche quando andava a fare pipì! Bisognerebbe partire da un IDEA trasformatasi in una realtà! E si che ce n’è sarebbe da raccontare amico mio!
Verissimo quello che dici, ma si è preferito un mantenere comportamento sotto traccia, come è del resto la politica aziendale anche in Casa Madre. Certamente la rete di vendita è stata fondamentale e lo sappiamo a partire da De Santis nella tua area, e a tutti quelli che ancora lavorano con impegno e professionalità su tutto il territorio nazionale.
Sono il Dr Renato Bozzini di Verona che ha portato in Italia la prima macchina da stampa 5 colori Rapida 104 f.to 70 x 100 nel 1990 venduta a Verona durante la Grafitalia di Milano mentre la Bodonia non ha mai venduto macchine a foglio offset della Koenig Baurer. La Bodonia poi nel suo fallimento ha lasciato alla Koebau un bel buco di miliardi di vecchie lire. Ho avuto il mandato della esclusiva rappresentanza della macchine a foglio Koenig Bauer nel 1992 dopo aver fatto conoscere e venduto le prime 3 RAPIDA 104 in Italia. La mia azienda C T G Srl ( consulenti tecnici grafici srl ) con sede a Verona ha piazzato in Italia 7 Rapida 104 una 4 colori 50×70 a Torino, e altre macchine usate della KB. Fatta questa mia presentazione, sapendo quanto è stato il mio impegno profuso per il marchio Koebau, sconosciuto ai più in Italia, mi è molto dispiaciuto nel leggere l’articolo rlativo ai 25 anni di vita delle KB in Italia. E il mio dispiacere sta nel fatto che il lavoro essenziale da me svolto per presentare il Italia le macchine a foglio della KB, non sia stato minimaente riconosciuto da chi ha goduto del primo anno della Koebau Italia. Ciò detto, spero di leggere qualche notizia vera e non misere favole. Grazie per l’attenzione riservatami e con la speranza di leggere la vera storia della KB in Italia.
Egregio signor Bozzini, Lei è stato un Agente di passaggio di Koenig&Bauer Albert, quando questa produceva pochissime macchine a foglio nello stabilimento di Würzburg (dove si producevano solo rotative).
Il nostro articolo, cui Lei si riferisce, non riporta affatto come lei afferma “misere favole”
A parte che noi non abbiamo scritto “la vera storia della KB in Italia” ma semplicemente una fotografia di K&B oggi.
Nel 1992 Koenig&Bauer Albert passò a Bodonia e in seguito iniziò il suo percorso con Joachim Nitschke e Giancarlo Banfi. Parlando con clienti storici di KBA (oggi Koenig&Bauer) apprendo che lo loro figure hanno lasciato un segno positivo e molto professionale, al contrario di quanto ho sentito a proposito delle Sue attività a margine in occasione dei Suoi viaggi per portare i clienti in Koenig&Bauer in Germania.
La Planeta era la unica macchina a foglio che permetteva stampare a più colori il cartone per scatole pieghevoli senza sporco di inchiostro nel trasferimento. Le Heidelberg, Roland, MAN, Nebiolo avevano dei problemi – pensi al Superblu – curlezti speciali. La Planeta e stata venduta poco perché avevano problemi nel reperimento di materiale nella DDR. Crollatto il muro non ci voleva molto per la KBA risolvere il problema – inoltre la MAN-Roland aveva adeciso in quel periodo di fermare la produzione di macchine del formato più grande, del Formato IIIB un bel regalo alla KBA. La Nebiolo mancava dei fondi necessari per comprare la Planeta.
Comunque è fuori dubbio la KBA non ha fatto grandi sbagli in 200 anni nella costruzione di nuove macchine e ha avuto il coraggio di fare macchine sempre con nuove soluzioni.