Non è una semplice proposta ma una realtà già presente e promettente per gli sviluppi che può avere. Non solo, ma oltre che funzionale, compostabile e quindi sostenibile per il riciclo, la plastica ottenuta con i funghi permette anche di combattere l’inquinamento da rifiuti non degradabili. Una azienda americana produce già, tra le altre cose, imballaggi ottenuti dai funghi.

Anche se non ne siamo sempre consapevoli, siamo immersi in un mondo di funghi. Non solo, ma è grazie ai funghi che esiste e si è sviluppata ed evoluta la vita sulla Terra.

I funghi da cui siamo direttamente dipendenti almeno fin dai tempi del neolitico sono i lieviti. Pane, birra, vino dipendono dai lieviti. Oggi parecchi medicinali si ottengono grazie ai lieviti.

Ma fin qui poco di nuovo, almeno per chi ha qualche conoscenza di biologia. Ma del mondo dei funghi si sta scoprendo sempre di più grazie a un nutrito gruppo di ricercatori ma anche di appassionati esperti, che oltre a cercarne o coltivarne i corpi fruttiferi (quelli che vediamo e che se buoni mangiamo) per vari scopi.

Packaging con i funghi

Ma la vera novità, almeno per quanto riguarda il packaging, viene da una start up americana che in realtà viste le attuali dimensioni e presenza sul mercato è già molto più che una start up.

È la Ecovative guidata dal giovane CEO Eben Bayer. L’idea in origine era semplice: Bayer (nulla a che fare con l’industria tedesca) aveva iniziato a coltivare funghi – ma sarebbe più appropriato dire “a nutrire i funghi” – con segatura e rifiuti agricoli, come i fusti del mais. Obiettivo principale di Ecovative era quello di eliminare utilizzandoli, i rifiuti agricoli in Oregon da quando aveva scoperto che i funghi si possono ‘nutrire’ quasi di qualsiasi sostanza e soprattutto convertono il loro cibo in corpi fruttiferi dei fungo, che a volte sono persino commestibili.

Ha quindi scoperto che poteva utilizzare i funghi ‘ben nutriti’ per produrre materiale da costruzione, mattoni compostabili, leggeri, resistenti e ignifughi e flessibili più del legno. Poi ha scoperto che poteva produrre fibre tessili, tanto da coinvolgere una stilista (Stella McCartney). Dopo la stilista i prodotti innovativi di Ecovative sono stati scoperti da Ikea che ha avviato con l’azienda di Bayer progetti al momento segretissimi.

Il successo e la possibilità di finanziare ricerche approfondite nel campo è venuto con un contratto di ricerca e sviluppo firmato con la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), agenzia dell’esercito USA, del valore di 10 milioni di dollari.

Oggi le strutture di ricerca di Ecovative si trovano nello stato di New York, dove sono stati sviluppati pannelli fonoassorbenti e imballaggi preformati per bottiglie di vino dall’aspetto simile al cartone, ma molto più resistenti ed efficaci. Il passo successivo è stata la fornitura di ‘polistirolo espanso’ fatto di funghi, che la Dell utilizza per imballare i propri pc.

Tanto per intenderci occorre tenere presente che quello che noi chiamiamo ‘fungo’ – che non è un vegetale, e neppure un animale – non è altro che la parte (spesso commestibile) che emerge dal terreno o da un tronco d’albero o altro: il corpo fruttifero. Il quale non è che una minima percentuale dell’intero fungo composta da una rete vastissima di miceli presente nel terreno e sulle radici delle piante. E sono appunto i miceli che vengono utilizzati per le numerose applicazioni, tra cui la ‘finta plastica’ o anche ‘finta pelle’.
Un enorme settore che potrà dare soddisfazioni alle imprese che sapranno mettersi in questo contesto, se solo pensiamo al mercato dell’imballaggio, ma anche del packaging flessibile.
A oggi la maggior parte dei prodotti ottenuti da funghi utilizzano micelio di Ganoderma, Pleurotus e Trametes. Per la coltivazione di grandi quantità di questi miceli esistono in commercio kit che vengono forniti in licenza.

In più, e non è poco, si è scoperto, e già da diverse parti applicato, una coltivazione appropriata di diversi tipi di funghi permette di contrastare l’inquinamento da rifiuti non degradabili come le cicche di sigarette, i pannolini, i rifiuti elettronici e persino il petrolio sversato nei mari. Che non è certo secondario vista la trista esperienza della plastica che abbiamo incontrato sulle nostre spiagge e in mare.

Ref.: Sheldrake, Merlin – Entangled Life 2020 -How Fungi make our worlds