Riportiamo in sintesi e limitatamente al comparto di nostro interesse, quanto emerge sulla attuale congiuntura, secondo quanto riferito alla Commissione Carte e Cartone alla Camera di Commercio di Milano il 22 febbraio, grazie ai dati raccolti da Vittorio E. Malvezzi.

Per quanto riguarda l’inflazione, il picco sembra passato, ma non per tutti i beni: ad esempio è ancora alto per energia (elettricità e combustibili) e abitazioni. Ancora sostenuta nel settore alimentare e bevande. Praticamente nulla nel campo dell’istruzione (evidentemente il settore di minore interesse per le famiglie italiane) e delle comunicazioni. Domina il problema dell’energia.

Industria italiana travolta dalla crisi energetica

Nel primo mese dell’anno i consumi energetici sono ulteriormente crollati: sia quelli elettrici, che quelli di gas naturale. Il totale dei consumi elettrici nel mese può essere stimato in 23 miliardi di chilowattora (kWh), in calo di oltre il 16% dai 27,5 miliardi di kWh del gennaio 2022. Quello del gas crolla del 22,1%. In termini assoluti – in miliardi di metri cubi bruciati nel mes – è il maggior calo mai osservato. Crollano sia i consumi delle centrali termoelettriche a gas, che perdono un terzo (il 32%) dei consumi industriali, commerciali e domestici.

Carta e stampa

Venendo ai prezzi di produzione per il settore di nostro interesse (carta e stampa) secondo i dati Istat l’andamento dell’ultimo anno (al dicembre 2022) la risalita maggiore si è registrata per la carta fino a ottobre, con un lieve calo a novembre e dicembre. Analogo quello della cartotecnica, mentre il costo della stampa è stato pressoché costante.
Per questi stessi comparti, il fatturato ha registrato un andamento ondulatorio con una crescita nel primo semestre, seguito da un brusco calo fino ad agosto, una ripresa a settembre e un nuovo calo negli ultimi mesi (dati Istat del 27 gennaio 2023).

Parlando di vendite al dettaglio, ha dominato il settore dei prodotti di profumeria (!) e cura della persona (+8,4%) seguito da abbigliamento e pellicceria (+4%). Libri, giornali e riviste ferme a 0,2%, calo invece per informatica e prodotti farmaceutici. Complessivamente, fatto 100 il livello di vendite al dettaglio nel 2000, siamo oggi circa a 80.

La produzione industriale è pressoché allineata a quella del 2017 dopo il calo del 2020.

Il fatturato pubblicitario sui media cartacei è calato del 5,8% (quello sui quotidiani del 6,1%). Un aumento del 3,9% si registra invece nell’investimento pubblicitario sui media digitali.

Come riporta il Sole 24 Ore del 20 febbraio, chiudono sempre piú librerie: 30 negli ultimi 12 mesi (e meno 71 negli ultimi tre anni) a causa della concorrenza degli acquisti da internet. Un fenomeno cui assistiamo da tempo, vedendo nei centri storici delle città, librerie tradizionali sostituite da fast food e cineserie.Fatturato carta