Quando, nella vita, una persona cade e riesce a risalire, ha sempre qualcosa da insegnare. Lo abbiamo visto nel caso di Bruno (di cui parliamo in questa recensione) che da un fatti traumatico che avrebbe distrutto quasi tutti, lui ha saputo uscirne vincente. È analogo, seppur meno tragico, il caso di Glauco, da cui ha tratto la sua “teoria”.
Questa è la recensione del libro “La Teoria di Glauco“, la storia della sua vita in cui è caduto e risalito più volte, fino al successo. Una storia molto umana nel modo in cui la sa raccontare. Non si dà arie, anzi, mette sempre in primo piano le sue debolezze, dalle quali ha costruito la propria forza.
Che oggi vuole trasferire ai manager d’azienda, agli imprenditori per guidarli verso il buon governo dell’azienda moderna, che sia al passo con i tempi. Perché, come Glauco insiste, la “buona governance” è un insieme di strumenti, regole, relazioni e processi finalizzati a una corretta e efficiente gestione, che non per scelta, ma per necessità, deve coniugare la dimensione economica con quella etico-sociale. Perché l’impresa è un sistema sociale e se vuole crescere e non solo sopravvivere. In breve, essere impresa responsabile.
In questo libro – Edito da Velvet Media Italia srl di Castelfranco Veneto, giugno 2022, pagg 160, s.i.p. – dopo il racconto della sua vita, Glauco Caneva fa tesoro di un lungo periodo di studio e di ricerca, come attesta la ricca bibliografia riportata in fondo al volume, che lo ha portato a fondare la sua Glauco Caneva Consulting.
Riportiamo alcuni dei concetti che ci hanno maggiormente colpito.
Sulla sua vita precedente, quella da cui è voluto uscire fa riferimento all’ovvio concetto che prima di fare qualsiasi lavoro si deve avere una conoscenza complessiva del settore in cui si opera. Ed è proprio da questo principio che ha capito l’importanza dello studio. Se studi, puoi difenderti, facendo soprattutto riferimento a tutti gli ostacoli burocratici, che sembrano fatti apposta per non far lavorare.
Con lo studio puoi creare persone veloci mentalmente: se affrontiamo le avversità con una credenza positiva, anche il nostro atteggiamento sarà positivo e aperto all’apprendimento.
Sulla crisi dei rapporti e crisi del diritto, afferma che è una crisi dettata dalla velocità della tecnologia, dalla velocità dei cambiamenti, dal nostro vivere in un’epoca di globalizzazione.
Passa a un pensiero interessante, e da molti condiviso, quando afferma che qualunque cosa accada, accade perché qualcuno l’ha desiderata. Il desiderio, in sé, produce una sorta di energia cosmica che fa accadere le cose. “È una visione nella quale credo, – dice – con le dovute cautele. Ne sono convinto: se desidero un lavoro, non è che il mio desiderio mi farà firmare un contratto. Ma mi farà agire a tal fine, questo sicuramente.” Condividiamo.
Positivo anche quando invita a combattere questo virus che circonda l’aria, chiamato invidia, perfidia, dove un successo scatena mille invidie. Un successo di un nostro partner deve essere una gioia per tutti: l’economia gira se si sa quello che si deve fare, il soldo va a chi lo sa gestire.
La cultura è libertà
Vogliamo creare professionisti che riescono a interpretare la costituzione e quindi il diritto, a lavorare per la dignità e la libertà? O creiamo solo persone che lavorano ripetitivamente, manovrate attraverso le tv? Hanno promesso milioni di euro, durante la crisi del Covid. Li avete visti? C’è sempre più gente che accattona per strada.
Non esiste la persona ignorante, ma la persona che non vuole o ha paura di applicarsi. O non ha metodo. La parola chiave è “rieduchiamo la persona”, la riprogrammiamo in maniera naturale. Tiriamo fuori la persona così come è, senza fattori esterni inquinanti.
Facendo riferimento allo sport, che nella crescita di Glauco è stato fondamentale, afferma che quando una persona ha un obiettivo, i sacrifici diventano più facili e le prove si superano perché la voglia di riuscire è maggiore.
E, a volte, ci diamo colpe che neanche il peggiore dei nostri nemici riuscirebbe a concepire. Con noi siamo molto più crudeli di ogni essere umano. Trattiamo noi stessi come il peggiore dei mostri.
Infine, ci piace riportare che suggerisce con forze l’imprenditore a educare i figli “anche perché talvolta l’imprenditore, preso a creare ricchezza, non cura la formazione” ricordando che “la cultura è libertà”.
Scrivi un commento