Abbiamo raccolto in quattro articoli pubblicati diverse testimonianze (e altre seguiranno) di aziende fornitrici di macchine e materiali per stampa e packaging. Ma sentiamo chi deve restare ‘in trincea’ per continuare a produrre il packaging indispensabile per i settori pharma e food.

Marco Gambardella ATIF

Marco Gambardella preseidente ATIF

Marco Gambardella, presidente ATIF e operatore di packaging (Bioplast) pensa già al dopo. «Quando l’emergenza passerà il Sistema Paese avrà bisogno di uno sforzo straordinario per ripartire
Ma qual è il presente?
«La filiera del packaging riconverte le proprie linee, gli operatori stanno compiendo sforzi enormi per far fronte comune contro l’emergenza. Occorre garantire il regolare approvvigionamento dei supermercati e delle farmacie, ma dobbiamo prima di tutto tutelare i nostri collaboratori

Come raccomandato dal protocollo nazionale per la sicurezza negli impianti produttivi in tutte le aziende del settore vengono prese tutte le precauzioni necessarie, rimodulati i turni produttivi e si è fatto ricorso allo smart-working.

«Laddove possibile, molte aziende della filiera hanno riconvertito le linee di lavorazione per dedicarsi alla produzione massiva di dispositivi di protezione individuale (Dpi), mascherine e camici per il personale ospedaliero. È il nostro contributo per aiutare i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che ogni giorno lottano in prima linea contro il virus. A loro va il nostro rispetto, la nostra solidarietà e tutta la nostra gratitudine

Ma è anche il ‘dopo’ che preoccupa il presidente ATIF: «Quando l’emergenza sarà alla spalle servirà un grande sforzo comune per far ripartire l’economia e, con essa, l’intero Sistema Paese. Il Coronavirus è paragonabile a una guerra e la storia ci insegna che, dopo una guerra, sono necessari investimenti straordinari. Occorrerà un nuovo piano Marshall, un’azione drastica e ben progettata

Venendo allo specifico di Bioplast, come state affrontando questa emergenza in azienda e fuori?
«Bioplast sta affrontando questa emergenza nel pieno rispetto delle disposizioni DPCM riguardante il Virus COVID-19, e allo stesso tempo attuando ove possibile lo smart working. La vera sfida, che è stata fino a oggi vinta è stata quella combattuta verso la paura. Con grande spirito di squadra tutti insieme abbiamo compreso che in questo momento era più semplice fermarsi che andare avanti. Ma il senso del dovere innanzitutto verso i nostri clienti e verso il paese ci ha aiutato a sconfiggere per ora la paura e ad andare avanti. Stiamo lavorando tra mille difficoltà ma stiamo anche avendo la possibilità di sviluppare nuove tipologia di risoluzioni ai problemi e quindi di migliorarci

In questa emergenza stiamo imparando il lavoro smart: l’unico vantaggio che abbiamo scoperto è che forse si può lavorare con meno stress e senza correre, e forse con meno consumi. Qual è il tuo parere?

«Sicuramente questa emergenza ci ha permesso di toccare con mano quello di cui da tempo si parla, lo smartworking, la digitalizzazione. Il contributo della tecnologia in questo momento è vitale per molte aziende. Grazie alle conference call abbiamo eliminato i viaggi verso i clienti, aumentando quindi la produttività del singolo operatore che prima era costretto ad allontanrsi dall’azienda minimo per un giorno oltre ai costi di viaggio. Mi auguro che, anche grazie alla tecnologia ,il ritorno alla normalità sia più veloce

E i service flexo? Abbiamo ricevuto alcuni contributi …

Blister farmaceutici: un tipico prodotto di Tadam

Bruno Amadio, TADAM

Effettivamente è una situazione a cui non avevamo mai assistito. Facciamo parte delle aziende che hanno il permesso di operare. Pertanto abbiamo ridistribuito gli spazi nel reparto grafico per rispettare le distanze. Inserito 6 operatori grafici in smart working. Ringrazio i collaboratori presenti in azienda, perché rispettano le prescrizioni date: indossare le mascherine, sanificare le postazioni di lavoro.

Nel mese di gennaio è stato completato l’investimento di un sistema di archiviazione e flusso produttivo che opera in broswer.  É sicuramente un banco di prova efficace, in quanto gli operatori possono utilizzare  da casa il flusso di produzione e i rip di stampa.
Devo ammettere che senza Covid-19, non avrei utilizzato subito questa opportunità che  ci offre il sistema.
Questo virus farà vedere il mondo del lavoro in maniera differente. Io ho la sensazione che tutti avremo forse imparato ad “aspettare” quindi dare il giusto valore al tempo, anche nel lavoro. Perlomeno questo è un auspicio.

Nu Maber SimionatoLivio Simionato, Nu-Maber

Facendo parte della filiera del packaging proseguiamo l’attività anche dopo l’applicazione dell’ultimo decreto. Vista la riduzione di lavoro e le nuove esigenze familiari dei nostri collaboratori ci siamo organizzati con una rotazione del personale. Purtroppo lo smart working per la nostra attività è possibile solo in minima parte, ma abbiamo la fortuna di disporre di spazi molto ampi e quindi distanze di sicurezza tra le persone sono garantite abbondantemente. Abbiamo naturalmente anche implementato nuove procedure igieniche e di accesso agli stabilimenti per aumentare la sicurezza di tutti.

Non potendo adottare lo smart working non credo si possa parlare di “meno stress” adesso. Oltre alla naturale paura del contagio ci sono difficoltà con le forniture, con le consegne, con gli spostamenti, con l’organizzazione del lavoro e la vita familiare, cui non siamo abituati. Ci vorrà purtroppo parecchio tempo per tornare alla normalità e questa normalità probabilmente non sarà più quella di prima.   Il fatto di vivere questa emergenza sta tirando fuori comunque un lato più umano nei rapporti con le persone anche nell’ambito lavorativo e gli sforzi fatti da parte di tutti assumono un significato diverso. Sarebbe importante non perdere questo spirito e fare in modo che questa terribile esperienza ci lasci qualcosa, sia a livello organizzativo sia a livello personale.

nuova rovecoAndrea Vergnano, Nuova Roveco (Digital Flex)

Non è stato facile realizzare immediatamente quello che stava succedendo. L’uomo solitamente ha bisogno di metabolizzare qualsiasi cambiamento; uno così repentino e drastico non è cosa facile da subire. Abbiamo cercato subito di capire cosa imponeva la normativa a livello di sicurezza e ci siamo adeguati secondo le regole imposte dalla sanità per quanto riguarda distanze, pulizie e disinfezione. Tutto il personale pulisce costantemente le proprie postazioni di lavoro con alcol o presidi medici. Abbiamo bloccato qualsiasi visita ai clienti e qualsiasi ingresso di persone esterne. Solo i trasportatori possono scendere in cortile, scaricare in un punto ben definito senza avere contatti con nessuno di noi e poi andiamo a ritirare il tutto.

Dal punto di vista  organizzativo abbiamo anche deciso di dividere l’azienda in due aziende più piccole. A rotazione, una delle due resta a casa. Dimezziamo così il rischio di contagio avendo 2 squadre ben identificate senza contatto tra loro. Il sistema è attivo da 15 giorni e finora sta dando buoni risultati e continuità di fornitura per i nostri clienti.
Nelle prossime settimane utilizzeremo maggiormente il lavoro a turni per tutti i reparti e, dove possibile, lo smart working. Purtroppo questo non è applicabile nei reparti produzione lastre, sleeve e spedizione.
Anche in reparti dove lavorano oltre 20 tra cromisti e grafici, non è possibile dall’oggi al domani dire a tutti “state a casa”. C’è la necessità di confrontarsi guardando campioni di stampa, provini realizzati internamente; bisogna stampare prove colori, programmare il lavoro quotidiano, che in aziende come la nostra viene modificato anche 20, 30 volte al giorno, e arrivare a fine giornata con pronto tutto. Sicuramente, alla fine, avremo tutti capito che è più veloce, meno costoso e stressante fare una riunione in video conferenza piuttosto che perdere 2 giorni per andare da un cliente.