Sostenibilità sì, ma deve essere competitiva e pragmatica. Queste le raccomandazioni del Presidente Giflex Alberto Palaveri.

Al convegno Giflex 2025 ”Il flessibile che anticipa il futuro”, Alberto Palaveri, – presidente dell’associazione – ha tracciato una visione precisa per il futuro del settore: apertura, collaborazione e pragmatismo sono le parole chiave per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.

Piccole imprese: serve un cambio di passo

L’Italia ha una straordinaria forza nelle piccole imprese, capaci di adattarsi, di radicarsi sul territorio e di comprendere i bisogni dei clienti. Tuttavia, i cambiamenti che il mercato richiede oggi – innovazione tecnologica, transizione energetica, sviluppo sostenibile – necessitano di investimenti e competenze che non tutte possono sostenere autonomamente.

Per questo Alberto Palaveri ha esortato le imprese ad aprirsi a:

  • collaborazioni tra aziende,
  • rapporti più stretti con il mondo accademico,
  • fusioni e acquisizioni strategiche,
  • reti di imprese e joint ventures.

Non è un giudizio, è una necessità: le imprese devono saper discernere cosa è utile non solo per loro stesse, ma anche per il sistema economico di cui fanno parte.

ESG e normative: evitare derive ideologiche

Un altro tema caldo è stato quello delle politiche ESG e della regolamentazione europea, sempre più stringente.

«Le politiche ESG non moriranno, ma per sopravvivere devono abbandonare gli approcci ideologici. Servono normative capaci di far convergere tutela ambientale e politica industriale, senza distruggere ciò che il mercato ha selezionato come ottimizzazione

In particolare, Palaveri ha criticato:

  • l’introduzione di obblighi di contenuto riciclato nei materiali a contatto alimentare senza considerare la reale sostenibilità economica;
  • il rischio di frammentare le filiere esistenti con regole scollegate dalla realtà industriale.

Esempio concreto: oggi il PET vergine costa meno del PET riciclato, mettendo in crisi il settore europeo del riciclo e obbligando le imprese a richiedere sussidi o dazi compensativi.

Economia circolare: attenzione alle contraddizioni

Palaveri ha invitato a distinguere tra economia circolare pragmatica ed economia circolare ideologica.

Economia circolare e decarbonizzazione non sempre coincidono. A volte certe scelte di circolarità risultano meno efficaci, o addirittura dannose, rispetto agli obiettivi climatici.

Per esempio, l’obbligo di reinserire una quota minima di plastica riciclata in certi prodotti genera costi elevatissimi a fronte di benefici ambientali molto modesti.
Inoltre, il packaging flessibile – più leggero ed efficiente – viene spesso penalizzato da normative pensate per altri materiali.

La proposta: costruire una sostenibilità competitiva

Alberto Palaveri ha lanciato un concetto che può diventare il nuovo pilastro per il settore: sostenibilità competitiva.

Cosa significa?

  • Premiare chi consuma meno energia e risorse.
  • Incentivare chi riduce la CO₂ nei propri processi produttivi.
  • Valutare ogni iniziativa sulla base dell’analisi del ciclo di vita (LCA).
  • Sostenere il riciclo intelligente, non quello ideologico.

«Se non si tiene conto dell’efficienza e della competitività, il rischio è che le filiere si indeboliscano e che la sostenibilità diventi insostenibile per le imprese.»

Alleanza di filiera e investimenti mirati

Giflex sta lavorando per costruire una filiera integrata della sostenibilità:

  • Collaborazione tra produttori di packaging, aziende di confezionamento e brand.
  • Investimenti mirati per innovare gli imballaggi in chiave di riduzione delle risorse e delle emissioni.
  • Sfruttamento intelligente delle opportunità offerte dal Piano Transizione 5.0.

«Serve aiutare le imprese ad accelerare la sostituzione di impianti obsoleti con tecnologie più sostenibili, senza frenare l’immissione sul mercato di prodotti innovativi solo per problemi di capex.»

Come esempio virtuoso, Palaveri ha citato il passaggio da flaconi rigidi (oltre 120 grammi di plastica) a soluzioni flessibili (6-10 grammi) senza perdita di funzionalità.

In sintesi

In sintesi

Al termine del convegno Alberto Palaveri ha sintetizzato ricordando che il vero cambiamento si costruisce su basi concrete:  «Serve realismo. Dobbiamo contestualizzare il nostro impatto, sapere dove possiamo fare la differenza. La sostenibilità che funziona è quella che genera efficienza, riduce i costi e crea valore per tutto il sistema.»

La sfida, ora, è trasformare la sostenibilità in un motore competitivo.
Non una moda, non un costo, ma un’opportunità strategica di crescita industriale e ambientale.