Le carte speciali prodotte dall’innovativa cartiera Favini, che non conosce limiti nell’utilizzo delle materie prime vegetali in stretta osservanza del rispetto ambientale, sono sempre più richieste nel packaging di lusso.

La notorietà, ma anche la fortuna di Favini è dovuta alle sue specialità grafiche innovative a base di materie prime naturali ma non solo. Specializzata nella realizzazione dei più svariati supporti release, trame e stampe impiegati nella produzione di eco-pelle e altri materiali sintetici, la cartiera veneta è stata scelta dai migliori brand del lusso, come tra gli altri Lvmh, Gucci, Hermes e Cartier, per confezionare i loro prodotti. Scopriamo da vicino i suoi prodotti più ‘green’ e più innovativi.

Riciclo creativo

Spirito di innovazione e una vocazione innata per la il riciclo creativo sono le doti che caratterizzano la produzione di Favini, che unisce finezza estetica con le performance tecniche.
Tra i prodotti più innovativi è di sicuro la serie Crush, gamma di carte ecologiche realizzate con residui di lavorazioni agro-industriali che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero e diminuiscono del 20% l’emissione di gas effetto serra. Sono nate così Crush Lenticchia, Crush Crusca e Crush Fagiolo, tutti tipi di produzione che denotano una speciale attenzione per l’ambiente: durante le fasi di lavorazione di molti cereali e legumi, i semi aggrediti da insetti, deteriorati, anneriti o comunque danneggiati vengono considerati non più idonei all’alimentazione umana. Né sono riutilizzabili. Favini li raccoglie, li purifica e micronizza per introdurli nel ciclo produttivo della carta, in parziale sostituzione della cellulosa. Nascono così delle carte di un bianco naturale, leggermente porose e con i residui dei cereali e legumi ancora visibili in superficie.

Packaging con carta ottenuta dagli scarti di lavorazione dei fagioli

Packaging con carta ottenuta dagli scarti di lavorazione dei fagioli

Dalle alghe al cuoio

Il primo successo nel recupero di prodotti naturali in eccesso e destinati alla discarica, che fece parlare di Favini anche sui quotidiani, risale agli anni ’90 con Alga Carta, prodotta con le alghe in eccesso degli ambienti lagunari a rischio, come la Laguna di Venezia. Questa prima rivoluzionaria esperienza ha permesso di sviluppare tecniche sempre più sofisticate, per il riuso anche di mais, arance, kiwi, mandorle, lavanda, ciliegie, nocciole, chicchi di caffè. E poi delle bucce dei grappoli d’uva, con cui Favini ha confezionato le etichette degli spumanti Veuve Cliquot.

Dalle bucce d'uva alle etichette per lo champagne

Dalle bucce d’uva alle etichette per lo champagne

Ma perché non utilizzare altri scarti di produzione? Ecco dunque il passo successivo con Remake, l’ultimo nato in casa Favini, un materiale cartaceo che include fibre provenienti dai processi di lavorazione del cuoio. Il risultato è una carta pregiata, vellutata al tatto, morbida tanto da non sembrare neppure carta e dotata delle tipiche venature della pelle. Ovviamente è anche completamente riciclabile ed è considerata un perfetto esempio di up-cycling, cioè la riconversione di materiali di prodotti inutilizzati portati a nuova vita, risparmiando sui costi delle discariche.
Remake è composto per il 25% da sotto-prodotti della filiera della pelletteria, per il 30% di cellulosa di riciclo post consumo certificata FSC e per il 45% di fibre di cellulosa vergine certificata FSC.
Grazie a un costante impegno nella diversificazione della produzione Favini cresce di giorno in giorno, battendo sempre strade alternative e glissando la crisi del settore della cartotecnica tradizionale.

Nell’immagine sotto al titolo esempi di Remake, la carta ottenuta dalla lavorazione del cuoio.