Questo è il racconto è tratto dal mio ‘diario di bordo’ di un viaggio compiuto in autostop nell’estate del 1960 fino alla Danimarca e ritorno.

Perché lo racconto qui e ora? Sono passati 56 anni, poco più di mezzo secolo, e mi rendo conto che il mondo, i giovani, la vita quotidiana, tutto è cambiato notevolmente. Quindi credo non sia inutile far rivivere a che lo vorrà, emozioni oggi forse banali, ma che all’epoca erano una scoperta di vita.
È il racconto di un ragazzo che non si era mai allontanato da casa, e che nell’estate tra il liceo e l’Università decise di ‘conoscere il mondo’. All’epoca il solo spostarsi per l’Europa era una scoperta. Erano gli anni della nascita e della voglia di una Europa Unita nella quale noi giovani credevamo fermamente. Il contrasto maggiore con oggi è la cortesia e la solidarietà delle persone sul ricordo ancora fresco della guerra, la voglia di ripresa e di ridare un volto all’intera Europa. Naturalmente le differenze si sentivano, i luoghi comuni e i pregiudizi c’erano allora come oggi. Ma come si leggerà in alcuni contesti e in episodi particolari, c’era uno spirito di coesione che oggi si stenta a trovare. Gli italiani che si incontravano sulle strade erano in prevalenza operai che lavoravano nei cantieri e che si commuovevano nel vedere la bandierina italiana raccomandandomi di salutare l’Italia al ritorno. Giovani turisti pochi. Autostoppisti italiani praticamente nessuno.

Oltre alle tante lingue diverse (quello ancora oggi) e la scarsa diffusione dell’inglese, e ogni Paese con la sua moneta, dominava l’assenza non solo dei telefonini e di internet, ma anche delle schede telefoniche e delle chiamate dirette dai telefoni pubblici: tutto questo rendeva il viaggio un’avventura e i contatti con casa praticamente inesistenti. Un mese lontano da casa, con notizie sporadiche inviate con cartoline e rarissime telefonate. Non ultimo, pochi soldi.
Chi avrà voglia di leggere queste pagine (qui a puntate) se ha meno di 50 anni potrà sorridere.
Chi ne ha più di 60 potrà rivivere molto di un’atmosfera irrimediabilmente perduta.

Buona lettura e (spero) buon divertimento. Sono graditi commenti e, eventuali ricordi.
— CAPITOLO I — Lussemburgo
— CAPITOLO II — Belgio
CAPITOLO III — Parentesi a Bruxelles
— CAPITOLO IV — Bruxelles
CAPITOLO V — Le Fiandre orientali
— CAPITOLO VI —
— CAPITOLO VII —
— CAPITOLO VIII —
— CAPITOLO IX —