Al Luxepack di Montecarlo 400 espositori, di cui la metà francesi, per dirci quali sono le tendenze nel packaging di lusso. Parola d’ordine: ispirazione e creatività.

images Se parliamo di imballaggi di lusso dominano i produttori di astucci e packaging europei, che lasciano poco meno del 10% agli altri continenti. Questo stando ai risultati della 27 esima edizione del Luxepack che si è svolto in ottobre a Monaco.

Una tradizione ormai che conta oltre un quarto di secolo, ma che continua a interessare sempre nuove aziende (il 12% delle società espongono per la prima volta) che puntano all’eleganza e a un marketing che deve sorprendere al primo impatto visivo sullo scaffale e non solo.
Materiali, stampa a valore aggiunto, decorazioni, tutto deve far presa sull’acquirente, senza badare ai venti di crisi, soprattutto quando il costo del packaging si avvicina a quello del contenuto.  Questione di marketing.
Ma al lusso si abbina anche l’imballo intelligente cui è stata dedicata una conferenza in cui Arjo Wiggins ha presentato Powercoat, la carta che incorpora un chip direttamente nel materiale di base dell’astuccio per ottenere la tracciabilità del prodotto.

luxepack3 Oppure Digital Packaging che ha presentato Mypackonline una personalizzazione  dell’interfaccia che diventa imballaggio in collegamento diretto con il consumatore.
 Guala Closures Group ha a sua volta descritto le Pulse Cap, un sistema di chiusura di  sicurezza per vini e liquori. Ancora per quanto riguarda la sicurezza, in questo caso igienica, da  segnalare la pellicola antibatterica proposta da Derprosa.
E poi e-motion, le tecnologie di design di luce presentate dal gruppo Pochet.

Per quanto riguarda le soluzioni di stampa interessanti, tra quelle presentate da alcune aziende  italiane, possiamo citare le scritte in rilievo di Digital Packaging, le immagini su metallo  realizzate dallo specialista Fotomeccanica e le etichette in resina di Italstereo; e poi  Bartoli che si propone come azienda al servizio della personalizzazione spinta facendo tutto su  misura e presentandosi quindi come “sartoria del packaging”.

Notevole come sempre l’impatto delle cartiere che hanno ciascuna presentato proprie specialità,  come il cartoncino con fibra di latte, il Papermilk di Cordenons, in cui la base è comunque  costituita da linters di cotone e fibre di pura cellulosa; o Favini che ha dato risalto alle  evoluzioni di Crush, la gamma di carte realizzate con residui di lavorazioni agro-industriali, con nuove nuance caratterizzate dai residui di ciliegia e lavanda, che si affiancano agli storici protagonisti come mais, agrumi, kiwi, oliva, mandorla, nocciola e caffè.   Tra le cartiere italiane da citare carte e cartoncini naturali, certificati FSC, della serie Sirio Dark Blu di Fedrigoni.

Tendenze

Quest’anno, la gamma di imballaggi oscilla tra materiali classici e futuristici. Le etichette tra semplicità e raffinatezza, e la produzione tra il completamente automatico e il prodotto fatto a mano.
In questa dualità sono state identificate tre tendenze: Silence, Alive, Haiku.

Silence

Silence

 Silence. I consumatori, sempre più intenditori, sono a volte rimasti delusi dalla qualità del prodotto nei mercati emergenti. In un mercato maturo i brand devono riaffermare la loro esperienza, riaffermare i valori fondanti. Un lusso più tradizionale ed elegante che non ha bisogno di troppe parole, un packaging che ritorna quindi alla semplicità e alla sobrietà, con una simbologia semplice nelle forme geometriche, cubiche, cilindriche, volumi semplici e con l’utilizzo dei classici colori del lusso: il nero, l’oro, il rosa pallido.
Si opacizzano bottiglie e flaconi per ripristinare tutta la forza dell’oggetto e lasciare protetto il contenuto.
Gli esempi: Lacoste L1212, Bulgari Man in Black, William Fèvre.

Alive. L’amore, la gioia di vivere, la gioia dell’internazionalizzazione… Proprio alivequando la crisi preoccupa, e i terroristi terrorizzano, cresce sempre di più il desiderio di gioia e felicità. È così che Happy, di Pharell Williams, ha un enorme successo. Famiglia, amici, viaggi, un grande appetito per la vita, per rasserenare le emozioni e sentirsi vivi.  È il regno del pensiero positivo, dei piccoli piaceri della vita e anche la semantica diventa giubilatoria.
Ecco quindi Tentation di Nina Ricci, Oh Délice! Di ID Parfum, Vent de Folie di Arisan Parfumeur. I colori sono gioiosi e vivaci: rosa intenso, pink, rosso, oro e azzurro, glitter e applicazioni.

haiku Haiku. In contrasto al “Silenzio”, il consumatore affamato di esperienze uniche ha l’esigenza di essere preso per mano dalle marche e da quello che rappresentano. Per dimenticare la vita di tutti i giorni e per poter sognare un sogno che nel quotidiano non possono realizzare.  Si crea quindi il design come un poema Haiku, come brevi poesie che usano linguaggi sensoriali per catturare un sentimento o un’immagine. Sono spesso ispirati da elementi naturali o un momento di bellezza o un’esperienza emozionante. Un design che in pochissimi versi racchiude grandi significati e suggerisce emozioni.
Gli esempi sono lo champagne Laurent Perrier, il cognac Rémy Cointreau, il profumo Tralala di Penhaligon’s. Dentro questa dimensione narrativa il packaging primeggia e si inserisce in una vera e propria messa in scena. Diventa il supporto per raccontare una storia.
Un’eccentricità benigna nel mondo della iper- dematerializzazione nel regno della correttezza nutrizionale.