Genova ha una lunga tradizione nel campo dell’editoria, ma molti marchi nei decenni scorsi hanno smesso la loro attività. Oggi visitiamo un medio editore, che possiamo già considerare storico per i suoi 50 anni di attività: De Ferrari. Parliamo con Fabrizio, figlio del fondatore Gianfranco.

«È una storia buona quella dell’editoria genovese» conferma Fabrizio De Ferrari «che riflette l’andamento economico della città, che ha avuto negli anni momenti di fermento culturale

De Ferrari è editore puro, non stampa e si rivolge a stampatori esterni, nonostante per un certo periodo sia stato anche stampatore, preferendo poi ritornare alla pura editoria, perché «essere tutte e due le cose comporta troppi oneri fissi in un lavoro che risente di fluttuazioni di fatturato anche legate alla risposta sul mercato delle novità
Editore puro è una definizione corretta, perché non opera nel campo del self-publishing: come ci chiarisce, «ogni libro ha una sua storia e delle sue peculiarità, alle quali più o meno tutti gli editori rispondono con analoghe modalità

Come funziona l’editoria libraria

Fabrizio ci offre una panoramica del mondo delle editoria libraria oggi.

Fabrizio De Ferrari

Fabrizio De Ferrari

«Ci sono i libri, normalmente di autori professionisti, che gli editori inseriscono nella propria programmazione editoriale. Poi ci sono libri meritevoli, che vengono proposti alla case editrici anche da nuovi autori, e possono essere inseriti in programmazione: narrativa e poesia con tirature calmierate viste le difficoltà del settore degli ultimi anni, mentre la saggistica in generale e soprattutto la manualistica e la localistica hanno migliori potenzialità commerciali

E per la pletora di nuovi autori, o autori esordienti?

«Ci sono infine alcuni titoli, specie di esordienti che non hanno ancora un proprio pubblico, con una discreta o anche buona qualità, ma scarse aspettative di vendita, per i quali gli editori si impegnano nella stampa e nella distribuzione, confidando o anche chiedendo un acquisto di copie a parziale copertura delle proprie spese.»

A questo punto ci ricorda un aneddoto tra i piú noti nel campo della letteratura: «Così fu l’inizio anche per Moravia, nato da famiglia abbiente, che pubblicò in questo modo il proprio romanzo di esordio, “Gli indifferenti.”»

Il contratto editoriale

«Naturalmente l’entità del contributo (che dovrebbe essere relativamente modesto, ed avere sempre un quantitativo di copie quale corrispettivo) e l’attività distributiva dell’editore fanno la differenza tra una operazione editoriale a tutto tondo e una operazione invece di mero lucro commerciale, nella quale alcune sigle sono purtroppo specializzate

E precisa anche che ogni uscita editoriale che sia tale, deve essere accompagnata dalla sottoscrizione del contratto editoriale basato sulla legge d’autore, che prevede una royalty sulle copie vendute, che per le copie cartacee oscilla normalmente tra il 6 e l’8 per cento del prezzo di copertina: «Si deve tenere conto – spiega – che su ogni libro venduto l’editore riceve poco più del 40 per cento del prezzo di copertina, essendo il restante ad appannaggio di distributori e librerie

Una lotta al coltello

Ma De Ferrari ci tiene a specificare una realtà sulle vendite in riferimento al genere «La manualistica è il genere che va di più, grazie all’interesse specifico e ha meno concorrenza rispetto alla narrativa in cui, tra novità e repertorio, ci sono 2/300.000 titoli a disposizione e la lotta diventa al coltello.»

E, ritornando alla stampa, la produzione nazionale e locale del suo catalogo, che comprende Arte, Storia, Saggistica, Narrativa e Musica – come ci specifica – viene stampata in varie tipografie a seconda del tipo di libro: «Attualmente stiamo lavorando con alcune tipografie tradizionali in offset in Liguria e Piemonte, e con tipografie digitali di qualità, che forniscono ottimi prodotti, volendo anche confezionati con legatura a filo refe, nel Lazio, in Emilia e nelle Marche. A Milano invece stampiamo raramente, perché mediamente i prezzi sono più alti

Come abbiamo visto, gli autori sono scelti dalla casa editrice, o invitati a scrivere, ma sempre dietro una lettura e un editing attento e un valido lavoro grafico.
De Ferrari Editore attinge anche al bacino dei concorsi letterari di autori non genovesi, di cui ci indica due esempi recenti relativi al premio “Acqui Edito e Inedito”: il romanzo ‘La più autentica soddisfazione‘, vincitore nel 2021 nella sezione ‘Romanzo familiare’, incentrato sulle difficoltà che la donna incontra nella carriera professionale vissuto nelle varie generazioni della stessa famiglia, e il romanzo ‘Quattro soldi a battimuro‘, vincitore della stessa sezione l’anno successivo, ambientato nella Calabria rurale del Dopoguerra.

Ma, come dicevamo, molti libri riguardano la cosiddetta ‘cultura locale’, come il libro sulla farinata, o quello sul ‘prebuggiun‘, quel tipico misto di erbe selvatiche e spontanee utilizzato nella cucina ligure tradizionale o ‘Caruggi …dentro la Genova medievale’ con testo e acquerelli di Patrizia Pittaluga.

Supporto agli autori

«De Ferrari è un editore non a pagamento [NoEAP – ndr], che quindi deve ben valutare se l’opera merita la pubblicazione che possa essere redditizia recuperando le spese non solo di stampa, ma anche di distribuzione

Ed è sulla diffusione che poniamo la domanda, chiedendo come gli autori vengono supportati dopo la pubblicazione.

«Su questo aspetto siamo ben organizzati – ci spiega Fabrizio De Ferrari – con varie coperture distributive regionali e territoriali. Naturalmente la parte del leone la fa sempre la Lombardia, che da sola totalizza il 25% delle vendite librarie nazionali e per la quale siamo serviti da Distribook, che oltre alle librerie lombarde e ticinesi gestisce anche l’approvvigionamento degli shop on line [Amazon, Google, Ibs, Mondadori, Feltrinelli, Libreria Universitaria e altri]. Nelle regioni del centro-sud Italia in cui non siamo presenti con una distribuzione diretta, forniamo i nostri libri alle librerie che li desiderano tramite Fastbook o con azione diretta, specie in caso di presentazioni e di rifornimenti di lìbri localistici. Amazon, invece, lo curiamo noi, inserendo i nostri testi non solo italiani ma anche esteri

Pagare per copertina e sinossi online

Affrontiamo poi una questione che è venuta alla luce di recente, la richiesta di pagamento da parte di AIE se si vogliono inserire la copertina e la sinossi sui cataloghi online.

Problema che De Ferrari non si è posto e del quale non era al corrente ma che, secondo lui, dipende dal fatto che i piccoli editori, spesso nuovi del settore, non riescono facilmente a trovare un distributore disposto a lavorare il loro catalogo se è troppo scarno, e sono quindi costretti a ricorrere ad altre modalità per avere visibilità quantomeno in rete.

Su questo non ci addentriamo oltre, perché lui stesso non ne è al corrente. Probabilmente, aggiungiamo noi, la qualità della visibilità sui cataloghi online dipende dal volume d’affari dell’editore che, se piccolo, non ha distributori forti alle spalle che gli possano garantire anche questo servizio. È un tema scottante, sul quale intendiamo ritornare, e per il quale abbiamo proposto un’intervista all’AIE, che non ci ha risposto.