Al TG1 di domenica 12 novembre, nella rubrica dedicata ai libri, emergono alcuni nomi illustri, tra cui Nicola Pietrangeli, famoso tennista, che ha recentemente pubblicato: “Se piove, rimandiamo” e Gerry Scotti, noto presentatore tv, con “Che cosa vi siete persi”.

Un pensiero sorge spontaneo dopo aver sentito questi nomi altisonanti di personaggi che scrittori non sono, ma che come tali vengono presentati: e i veri scrittori, dove sono andati a finire? Chi li pubblicizza? Figuriamoci poi se si tratta di sconosciuti, pur bravi, bravissimi, che pubblicano perle che neanche i famosi si sognano, ma che nessuno si impegna a reclamizzare se non a caro prezzo. Dove li collochiamo? Come farli emergere?

E poi c’è l’esempio di Sara Simeoni, il mio idolo adolescenziale del salto in alto, che con umiltà accetta l’invito e lo sprone dello storico giornalista sportivo Rai Marco Franzelli, a radunare, a sua cura, gli scritti di una vita sportiva in un libro: Una vita in alto. Ho avuto occasione di presenziare di recente alla sua intervista a Nizza Monferrato in occasione di “Libri in Nizza“, in cui l’ex atleta di salto in alto rispondeva con semplicità, spontaneità e senza spocchia alle domande della giornalista locale, coadiuvata, ma solo marginalmente, da Franzelli, rivelando al pubblico dei presenti la sua vera anima che è esattamente quella che chi l’ha seguita negli anni passati è abituato a vedere: una donna semplice e determinata, proveniente da un piccolo paese veneto, che è diventata una sportiva, riconosciuta a livello internazionale, e che è sempre rimasta umile.

In questo caso possiamo parlare di testimone della storia sportiva degli anni ’70 e ’80 e a Franzelli va riconosciuto il merito di aver fatto emergere una campionessa che è amata anche per aver aperto la strada alle donne nello sport ad alto livello, combattendo per far cadere tabù e pregiudizi, e con una gran forza di carattere. Un personaggio che è prima di tutto persona.

Mettiamo da parte i premi letterari vinti con questo testo, che potrebbero indurre a pensare che il nome sia più importante di quello che c’è scritto. Secondo il mio modesto parere la Simeoni come scrittrice non toglie visibilità ai veri autori, perché non è una vera autrice, ma è stata spronata a pubblicare i suoi scritti chiusi da anni in un cassetto, oltre a quello della memoria che potrebbe tradire, perché l’esempio di quando lo sport era vero sport, venisse conosciuto attraverso la sua esperienza.
Allora facciamola questa distinzione e informiamo che il suo libro è stato presentato in una piccola cittadina del Piemonte, dove si svolge una fiera annuale dedicata ai libri, ben organizzata, che gli editori, anche piccoli o indipendenti che dir si voglia, snobbano anche se gratuita. Quindi, ciò premesso, dove andrà l’editoria? Su quali basi si sceglie a quale manifestazione libraria partecipare? Ci sono lettori di serie A e B? Anche al Salone Internazionale del Libro di Torino non si vende come si crederebbe.

Sara Simeoni a Libri in Nizza

Sara Simeoni durante la presentazione a Libri in Nizza

Ma forse all’orizzonte spunta qualcosa di nuovo e, come ci si può aspettare, c’è di mezzo l’IA.
Ne parliamo in questo prossimo articolo, cui rimandiamo.