Il 21 febbraio 2019 oltre 100 delegati della filiera del packaging europeo si sono incontrati a Bruxelles per delineare le tendenze e il futuro del settore. Un futuro tra opportunità e  attenzione all’ambiente.

L’evento è stato organizzato congiuntamente da Intergraf, Smithers Pira e FTA Europe ed era destinato a un pubblico professionale di alto livello. I delegati rappresentavano l’industria del packaging e i loro fornitori, brand owner, istituti di ricerca e associazioni di categoria europee. Hanno partecipato come osservatori anche rappresentanti delle associazioni di flessografia di Nord e Sud America.
Di particolare importanza la presenza di rappresentanti della Commissione Europea, con i quali gli imprenditori della filiera packaging e grande distribuzione hanno potuto scambiare importanti informazioni.
Un panel quindi di grande interesse, come il tema stesso che, partendo dalle analisi di mercato di Smithers Pira, hanno delineato le tendenze dell’industria del packaging soprattutto nel settore alimentare.

Packaging Conference

Packaging stampato

Il 70% in media degli imballaggi sono stampati. Un dato in crescita variabile in funzione del tipo di supporto.
In particolare, il 75% del packaging su supporto flessibile (plastica) destinato al consumatore. L’80% dello stesso destinato all’uso industriale. Dato analogo per il cartone ondulato. Si raggiunge il 90% per gli imballi in cartone teso.
Per il packaging stampato e le etichette si prevede una crescita del 2,5% per raggiungere un valore di 9,3 miliardi di € nel 2022. Maggiore la crescita nell’Europa occidentale, rispetto all’Europa orientale.

La tendenze

Le variazioni dal 2017 al 2022 vedono una ulteriore, sia pur lieve, crescita delle etichette dal 10 all’11% sul totale del packaging. Percentuale analoga per tutti i supporti. Unico in calo (ma nella quota percentuale rispetto agli altri supporti) il cartone ondulato, che passa dal 31,3% al 30,0%, indipendentemente dalla crescita in volume. Questo infatti, globalmente, passa da 77,4 miliardi di Euro a 86,5, nello stesso periodo.
La Germania, pur con una crescita rallentata, resta il maggior mercato europeo (escluse le etichette). Nel quinquennio preso in considerazione la crescita maggiore è prevista per la Spagna, mentre gli altri Paesi EU seguono più o meno livellati, a una certa distanza.

Opportunità

Le analisi hanno anche esaminato le opportunità per i convertitori. Quelle maggiormente da considerare sono: la riduzione dei costi di produzione e la riduzione dell’impatto ambientale. In crescita per importanze, il valore aggiunto del marchio mediante interattività o decorazioni innovative. Inoltre la tendenza a supporti più leggeri.

Tecniche di stampa

Quanto ai sistemi di stampa, ciò che potrebbe sorprendere è il lieve calo della quota spettante alla flexo: da 55,9% del mercato nel 2017, al 53,4% previsto nel 2022. Chi ci guadagna? Considerato anche il lieve calo di un punto della rotocalco (da 12,6% a 11,6%) e la sostanziale stabilità della offset (29,2% vs 29,4%) il digitale balza dall’1,6% al 5%. Ma sempre in termini di quote percentuali, indipendentemente dai volumi,

Altra considerazione di cui gli imprenditori dovranno tenere conto è che contro un incremento dei volumi di packaging stampato, non corrisponde un’analoga crescita in valore, escluso il cartone teso che mantiene una parità tra crescita di volume e valore. Il più penalizzato sembra essere il cartone ondulato, che cresce del 40% in volume, ma del 3o% in valore.
Anche in questo caso la stampa digitale fa la parte del leone (in proporzione pur restando su valori ancora bassi). La sua crescita sarà molto accentuata per la stampa su cartone ondulato e, in misura inferiore, sul cartone. Poco sul flessibile.

Pro e contro la plastica

Sentito in proposito, il presidente di FTA Europe Sante Conselvan prevede una spinta del packaging flessibile con uso estensivo della plastica. I fattori di spinta sono dovuti alla sempre maggiore sostituzione del vetro con la plastica più pratica e leggera. Inoltre, con l’aumento del consumo di prodotti monodose (che peraltro secondo una recente normativa europea dovrebbero esser messi al bando nel 2021) spingono verso un ulteriore incremento del packaging flessibile.
Nasce qui la controversia. Pro o contro la plastica? Il problema è, come ben sappiamo, lo smaltimento.
In una intervista a seguito della Print4AllConference  Rossano Lambertini, Business Development di SIT Group  ci assicura che è il mercato si sta avviando verso la plastica degradabile, se non compostabile.


L’invito è quindi a non ‘demonizzare’ la plastica, responsabile di varie forme di inquinamento ambientale. I fautori della plastica assicurano che bruciata con le dovute regole non emette gas nocivi in quando sono opportunamente raccolti. Resta il grave problema del rifiuto non raccolto, che sta danneggiando laghi, mari e oceani. Ma anche di quella non bruciata secondo le regole.

Il rimedio è ovvio: educazione. A partire dalle scuole e dalle famiglie; istituzioni attente e responsabili, ricerca. A parte quest’ultimo punto, sugli altri ci restano forti dubbi.

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Volontari raccolgono plastica e altri rifiuti nelle campagne. Ma è sui marciapiedi delle città che se ne trova molta di più

Al momento di andare in pubblicazione sperimentiamo casualmente una iniziativa lodevole. Scopriamo infatti, lungo una camminata nei boschi e campi del Parco dei Colli Brientei  (tra le provincie di Lecco e Monza) un folto gruppo di adulti e bambini, il cui compito era di ‘ripulire il cammino’ raccogliendo tutta la plastica trovata sul percorso. Si tratta della Associazione Sentieri e Cascine Casatenovo, non nuova a queste iniziative ecologiche.  Il Presidente ci  ha informato che tra i suoi obiettivi è prioritaria l’educazione ambientale per i bambini delle scuole elementari del comprensorio.  Ma ci informa anche che in realtà la maggior parte della plastica è quella che si raccoglie sui marciapiedi delle città. I boschi, almeno da queste parti, sono puliti. Resta solo l’augurio che queste associazioni siano numerose e si moltiplichino.