L’impatto ambientale della perdita e dello spreco alimentare influisce sui problemi ambientali. Questo articolo esplorerà il ruolo cruciale del packaging alimentare nella lotta contro lo spreco alimentare e nell’ottenimento di un sistema alimentare più efficiente e sostenibile.
La perdita e lo spreco alimentare hanno un impatto significativo sull’ambiente, contribuendo alle emissioni di gas serra, all’uso dell’acqua, all’uso del suolo e al consumo di energia.
I dati riportati da Rosa Rolle, Senior Enterprise Development Officer and Team Leader, Food Losses and Waste FAO, mostrano quanto sia urgente affrontare il problema:
- Emissioni di Gas Serra: un terzo di tutti gli alimenti prodotti persi o sprecati rappresentano circa l’8% delle emissioni globali di gas serra.
- Utilizzo dell’Acqua: si stima che un quarto dell’acqua utilizzata in agricoltura sia associata a cibi che non vengono consumati.
- Uso del Suolo: la superficie terrestre utilizzata per produrre alimenti persi o sprecati è di circa il 28% delle terre agricole del mondo.
- Consumo di Energia: la produzione, la distribuzione e lo smaltimento di alimenti persi o sprecati consumano una quantità significativa di energia, equivalente a 4,4 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica.
Il ruolo essenziale del packaging alimentare
La FAO sottolinea l’importanza della riduzione della perdita e dello spreco alimentare per migliorare l’efficienza del sistema alimentare e contribuire a un sistema più sostenibile. In questo processo, il packaging alimentare svolge un ruolo essenziale.
Il packaging alimentare non è solo un contenitore; ma un componente critico del sistema alimentare, che consente la movimentazione dei prodotti dalla produzione al consumo e all’eliminazione dei rifiuti. Il suo valore sta nella capacità di affrontare alcune delle cause sistemiche della perdita e dello spreco alimentare, come il mantenimento della qualità degli alimenti, l’estensione della loro durata di conservazione e assicurare la sicurezza alimentare.
Un’analisi del 2021 mette in evidenza il problema dello spreco alimentare nella UE: le famiglie sono state responsabili del 54% dello spreco alimentare totale, con una media di 70 kg per abitante.
Sorprendentemente, i dati mostrano che lo spreco alimentare da parte dei consumatori ha avuto un impatto ambientale accumulato maggiore rispetto a quello associato allo spreco nella catena di distribuzione degli alimenti. Questo evidenzia quindi la necessità di affrontare il problema dello spreco alimentare a livello individuale.
L’imballaggio alimentare è quindi un elemento chiave, ma problemi relativi all’imballaggio, come la dimensione eccessiva, la difficoltà nell’apertura e nell’uso del packaging, o il superamento della data di “consumare preferibilmente entro” possono contribuire al problema dello spreco. Occorre affrontare questo problema coinvolgendo i consumatori, i produttori e il settore dell’imballaggio.
Nel progettare le strategie di imballaggio, è fondamentale considerare i compromessi (trade-off) necessari. La progettazione delle strategie di imballaggio è un’arte complessa che richiede un equilibrio tra più fattori.
- L’impronta ambientale complessiva dell’imballaggio deve essere attentamente valutata, compresi gli impatti sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria.
- Il terreno dedicato alla coltivazione delle materie prime per l’imballaggio è un aspetto importante.
- L’uso sostenibile dell’acqua è cruciale, e lanche ‘uso dell’acqua nella produzione di imballaggi deve essere valutato.
- Le emissioni di gas serra dovute all’intero ciclo di vita dell’imballaggio devono essere considerate attentamente.
- Sprechi e rifiuti evitati: il contributo dell’imballaggio nel prevenire gli sprechi e i rifiuti alimentari è fondamentale.
- L’efficienza del riciclaggio dell’imballaggio è importante.
La Legge 166 del 2016
La Legge 166 del 2016 rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro lo spreco alimentare in Italia. Questa legge si concentra sull’agevolare la donazione in natura di cibo, promuovendo un approccio più sostenibile alla gestione degli alimenti in eccedenza. Il problema dello spreco alimentare è complesso e coinvolge sia le abitudini dei consumatori che la filiera produttiva.
Donare invece di sprecare è il cuore della Legge 166, che parte dal presupposto che l’eccedenza alimentare che diventa spreco coinvolge l’intera filiera alimentare. Per affrontare questa sfida, la legge cerca di fornire una soluzione attraverso la donazione di beni alimentari non venduti ma ancora commestibili. Questa donazione contribuisce a evitare che gli alimenti finiscano in discarica, riducendo così lo spreco e fornendo ai meno fortunati cibo fresco e sicuro.
La buona gestione dei magazzini e la corretta gestione dei cicli produttivi possono contribuire a prevenire l’eccedenza, ma è inevitabile che in certi casi ci siano quantità significative di alimenti in eccedenza. La Legge 166 affronta questo problema introducendo una gerarchia degli alimenti, assegnando priorità alla donazione di cibi che sono ancora sicuri e idonei al consumo. Questa gerarchia assicura che gli alimenti vengano donati in modo responsabile, garantendo la sicurezza dei beneficiari.
Inoltre, la legge impone la responsabilità delle imprese nella gestione del loro surplus alimentare. Le imprese sono incoraggiate a implementare politiche di riduzione dello spreco alimentare e a collaborare con organizzazioni benefiche per garantire che gli alimenti in eccedenza siano donati invece di essere gettati.
Il ruolo cruciale delle Regioni
Lo spreco alimentare è ancora un problema significativo in Italia, con stime che raggiungono i 9 milioni di tonnellate di cibo sprecato annualmente. Affrontare questo problema richiede l’impegno di molteplici attori, tra cui le regioni, il sistema produttivo e la società civile, lavorando insieme per ridurre lo spreco alimentare e promuovere una gestione più responsabile delle risorse alimentari.
Le regioni italiane possono svolgere un ruolo cruciale nel contrastare il tema dello spreco alimentare, collaborando attivamente con il sistema produttivo e mettendo in atto iniziative mirate. Marcello Maria Ventura, Presidente della Commissione Attività Produttive, Istruzione, Formazione e Occupazione della Regione Lombardia, identifica tre linee di progetto che la Regione Lombardia sta perseguendo per affrontare il problema del recupero delle eccedenze alimentari:
- La collaborazione tra le regioni e il sistema produttivo è fondamentale per affrontare il problema dello spreco alimentare. Le regioni possono stabilire partnership con le aziende alimentari, gli agricoltori e i produttori al fine di sviluppare strategie per prevenire lo spreco e recuperare gli alimenti in eccedenza. Questa collaborazione può includere la donazione di cibo, la riduzione delle eccedenze attraverso la pianificazione della produzione e la promozione di pratiche sostenibili nelle filiere alimentari.
- Le regioni possono promuovere la sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni sul tema dello spreco alimentare, attraverso campagne di comunicazione, programmi educativi nelle scuole e organizzazione di eventi per promuovere la consapevolezza sui modi per ridurre lo spreco alimentare.
- Avviare iniziative locali per il recupero delle eccedenze alimentari. Queste iniziative possono coinvolgere la creazione di reti di distribuzione alimentare per donare cibo in eccedenza a enti di beneficenza e organizzazioni locali che supportano le persone bisognose. Inoltre, le regioni possono incentivare le imprese a partecipare attivamente a queste iniziative, contribuendo a ridurre lo spreco alimentare a livello locale.
Per il dibattito rimandiamo all’articolo “Dibattito su packaging e spreco alimentare”.
Sul ruolo del packaging rimandiamo a questa parte della discussione
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