Al Demo Center di SOMA Italia, la tavola rotonda che ha coinvolto esperti di tutta la filiera della stampa flexo, ha messo a fuoco le tendenze della stampa flessografica tra automazione, sostenibilità e nuove tecnologie.
La stampa flessografica sta vivendo una fase trasformazione profonda. Lo si è visto chiaramente alla tavola rotonda organizzata da SOMA Italia nel suo Demo Center di Carmignano di Brenta (PD) – leggi qui la cronaca dell’evento – dove alcuni tra i principali attori della filiera si sono confrontati su automazione, inchiostri a base acqua, sostenibilità, materiali innovativi e il ruolo crescente del digitale.
Hanno preso parte al dibattito: Moreno Melegatti, CEO di SOMA Italia; Enzo Consalvo, CEO di Inci-Flex; Fabio Vincenzi, SIMEC Group; Mattia Fontani, Sun Chemical; Angelo Maggi, CEO di Ulmex; Davide Meroni, Esko; Nicola Battaglia, Poligrafica Veneta.
Automazione e collaborazione
«La nuova frontiera per rispondere al mercato ‒ ha detto in apertura Moreno Melegatti ‒ è l’automazione non più un’opzione, ma una reale necessità. Il mercato richiede standard di qualità sempre più alti, su tirature sempre più brevi. La sfida è mantenere coerenza e ripetibilità, riducendo al minimo tempi morti e interventi manuali.»
Una visione subito condivisa da tutto il panel: la stampa flessografica deve diventare infatti un processo controllabile, tracciabile e veloce, anche per soddisfare le esigenze dei brand owner, che sono sempre più orientati a test di mercato rapidi e a un packaging sostenibile.
Inchiostri a base acqua e anilox
Il tema degli inchiostri a base acqua è stato affrontato da Mattia Fontani di Sun Chemical, che ha parlato delle opportunità, ma anche delle criticità operative: «Gli inchiostri a base acqua sono una risposta concreta alla sostenibilità, ma richiedono condizioni di stampa molto precise: dalla formulazione ottimale alla gestione dell’evaporazione, della schiuma e dell’occlusione delle celle anilox.
Manutenzione predittiva
La qualità costante della stampa flexo è uno dei punti che più preoccupano gli cui stampatori flexo, e su questo punto si sono innestate le riflessioni di Angelo Maggi di Ulmex e Fabio Vincenzi di SIMEC Group. Maggi ha evidenziato l’importanza della tracciabilità e manutenzione programmata: «Oggi ‒ ha detto ‒ con sistemi laser avanzati e microscopi integrati possiamo monitorare gli anilox lungo tutto il ciclo di vita, garantendo qualità costante e riducendo le variabili operative.»
Il punto di vista del produttore di anilox è stato aggiunto da Vincenzi, il quale ha evidenziato come «La qualità inizia dalla progettazione del fusto. Le nuove geometrie, come la doppia cella, e il controllo del processo produttivo sono fondamentali per ottenere densità elevate e facilità di pulizia, soprattutto con inchiostri a base acqua.»
Digitalizzazione
Davide Meroni, Esko, ha portato nel dibattito l’elemento della gestione dei dati e il controllo e standardizzazione del processo: «La digitalizzazione dei dati permette di mettere in comunicazione macchina, software e operatori. Questo consente tracciabilità, ripetibilità e riduzione degli sprechi. Ma è fondamentale una cultura condivisa del dato, per tutta la filiera.»
Sostenibilità reale
Il punto di vista del converter è stato sostenuto da Nicola Battaglia di Poligrafica Veneta che ha messo in luce i cambiamenti già in atto in fatto di utilizzo di materiali sottili e meno sprechi in sala stampa.
«Stiamo utilizzando ‒ ha affermato ‒ materiali sempre più sottili, riducendo l’impatto ambientale lungo tutta la linea produttiva. Ma servono tecnologie che accompagnino questa evoluzione, mantenendo alte le performance.»
Digitale o flessografia?
Enzo Consalvo di Inci-Flex ha proposto una riflessione provocatoria, parlando del rapporto tra stampa digitale e flessografia: «La stampa digitale si affermerà sempre più per i test market, le microtirature e i lanci di prodotto. Ma la flessografia, soprattutto quella automatizzata e sostenibile, resterà centrale per le produzioni a media tiratura e ad alto valore aggiunto. Quindi tra le due non è una guerra, ma una questione di convivenza.»
In sintesi
Tutti i relatori hanno condiviso un punto chiave: la crescita del mercato flessografico passerà da una collaborazione stretta tra produttori di macchine, fornitori di consumabili, software house e stampatori.
«La nostra è una filiera che deve lavorare insieme. Se cresce il mercato, cresciamo tutti ‒ ha concluso Consalvo. L’obiettivo comune è fornire soluzioni affidabili, sostenibili e replicabili. La tecnologia c’è, ora tocca a noi metterla a sistema.»
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