L’iniziativa ha l’obiettivo di fare rete, condividere esperienze e sfatare i falsi miti che circondano il mondo della plastica.

Claudia Benelli, alla guida dell’azienda Ferrarini & Benelli, è una delle voci protagoniste dell’associazione Women in Plastics Italy, un’iniziativa tutta al femminile nata con l’obiettivo di fare rete, condividere esperienze e, soprattutto, sfatare i falsi miti che da troppo tempo circondano il mondo della plastica.

«Women in Plastic nasce da una riflessione semplice ma potente: ci sono tantissime donne nel settore plastico, ma raramente vengono messe in evidenza ‒ spiega Benelli. ‒ L’associazione, infatti, si propone non solo di dare visibilità al contributo femminile, ma anche di affrontare in modo critico e costruttivo la narrazione pubblica spesso distorta attorno al tema della plastica.»

Dal colloquio informale che abbiamo avuto in fiera emergono spunti di sicuro interesse: «Siamo professioniste, imprenditrici, tecniche, ingegnere. Vogliamo raccontare cosa c’è davvero dietro la plastica: un materiale straordinario, sostenibile se usato con criterio, e fondamentale in tantissime applicazioni, dalla medicina al packaging alimentare.»

Il dialogo con Claudia Benelli si intreccia naturalmente con la realtà di Ferrarini & Benelli, azienda specializzata nella produzione di sistemi di trattamento corona e plasma per materiali plastici. Fondata 60 anni fa ‒ ha celebrato in fiera questo giubileo ‒ oggi l’azienda è un punto di riferimento per chi lavora nella stampa e nell’imballaggio plastico, grazie a soluzioni tecnologiche all’avanguardia e a un know-how consolidato.

«Nel nostro lavoro la plastica è materia viva ‒ racconta Claudia Benelli ‒ Lavoriamo ogni giorno per migliorare l’adesione delle superfici, l’efficienza dei processi di stampa e la sostenibilità dei materiali. E lo facciamo con competenza, passione e, sì, anche tanta presenza femminile.»

Tra gli obiettivi principali di Women in Plastics Italy c’è quello di promuovere una cultura della plastica più consapevole e meno ideologica. «La demonizzazione della plastica non ci porta da nessuna parte. Quello che serve è educazione, innovazione e una rete che sappia valorizzare le buone pratiche.»

L’associazione si muove attraverso incontri, workshop e progetti educativi, ed è aperta a tutte e tutti gli addetti ai lavori del settore gomma-plastica – non solo le donne, anche gli uomini sono i benvenuti, oltre che le aziende sostenitrici – indipendentemente dal loro ruolo aziendale. Con donne come Claudia Benelli, capaci di unire visione imprenditoriale, competenza tecnica e spirito collaborativo, la rete Women in Plastics dimostra che è possibile cambiare la narrazione – e costruire un futuro più trasparente e inclusivo, anche per i materiali più discussi del nostro tempo.