Tutte le parole sulla sostenibilità delle aziende sono solo marketing, il cosiddetto greenwashing. Ma c’è anche buona volontà.
Ad ascoltare le dichiarazioni delle industrie e delle associazioni industriali, la crisi climatica dovrebbe finire a breve. Torneranno le primavere e le mezze stagioni, i fiumi scorreranno felici, gli oceani non si riscaldano piú, i ghiacciai torneranno belli e azzurri come non mai.
Ma non è cosí. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo: tutte le parole sulla sostenibilità delle aziende sono solo marketing, il cosiddetto greenwashing.
È pur vero che si sta facendo qualcosa a favore dell’ambiente, ma è anche vero che non si può, e non si vuole, fare piú di tanto, perché “the show must go on” e se il PIL non cresce sono guai o almeno, ci si lamenta.
Leggiamo con interesse il quaderno “L’impegno alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare” pubblicato da AssoIT e presentato alla stampa di settore. Apprendiamo che ci sono tre tipologie di etichettature ambientali ‘volontarie’ che le aziende possono richiedere.
Altri aspetti positivi sono emersi dal recente convegno Rotocalco: come il riuso dei solventi, quando le aziende con proprio impianto depurano e si autogestiscono in termini di energia nella produzione e abbassano le emissioni gassose dannose dando vita a una circolarità della produzione.
Oppure, l’impegno da parte di alcune aziende del packaging, che instaurano un contatto fattivo con chi deve smaltire i materiali, per capire cosa e come riciclare per essere più green possibili.
Da parte sua la Federazione Carta Grafica giustamente denuncia i limiti della proposta di revisione della direttiva imballaggi UE che spinge sul loro riuso.
Il rovescio della medaglia è che le aziende si autocertificano, perché manca loro in coraggio di affidarsi a enti esterni.
Ma tra le certificazioni, solo una [Tipo I – UNI EN ISO 14024] è di terze parti. Se ne deduce che le tipo II e le tipo III [ UNI EN ISO 14021 e UNI EN ISO 14025] sono asserzioni auto dichiarate o dichiarazioni ambientali. In pratica, lasciano il tempo che trovano.
Del resto, sapete quante sono le aziende si stampa certificate da terzi? Poco piú di 5 in Italia. Le altre, sono autocertificate. Come dire “io sono piú bello di te”. Puoi crederci, o anche no.
Quindi sul tema ambientale ci sono ancora lati oscuri.
Possiamo consolarci sugli aspetti tecnologici con alcune novità interessanti di questo mese di marzo, che non dobbiamo trascurare e di cui diamo notizia. In primis, la nuova RotaJET presentata recentemente e l’accordo di partnership tra Printgraph srl e Landa Digital Printing. E con le buone notizie sull’economia italiana in ripresa.
Scrivi un commento